“Modena è la provincia italiana e dell’Emilia-Romagna assieme a Parma col valore più alto dei prodotti di eccellenza Dop e Igp, pari a 680 milioni di euro secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2019, oltre ad essere stata di recente classificata da Viator, uno dei principali siti turistici collegato a TripAdvisor, come la terza città al mondo dietro Parigi e Tokio per la buona tavola. Modena, grazie ad un sistema agroalimentare caratterizzato dalla diversificazione delle filiere, ha tutte le carte in regola per vincere la sfida della competitività sui mercati se saremo capaci di mettere a sistema e sviluppare le potenzialità dei suoi punti di forza, tra i quali figura certamente anche l’agricoltura”.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, che nei giorni scorsi ha incontrato presso la sede del Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca del capoluogo provinciale i rappresentanti del mondo agricolo e agroalimentare per un confronto a tutto campo sulle principali questioni aperte sul tappeto e definire le linee di azione dei prossimi mesi. Per Confcooperative Modena era presente il funzionario Alessandro Rossi. Al tavolo hanno partecipato anche gli esponenti di Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Legacoop.
Aiuti ai giovani, più investimenti per la difesa delle produzioni agricole dagli sconvolgimenti climatici e il potenziamento delle risorse idriche, misure per incentivare lo sviluppo del biologico e la copertura dei cosiddetti “vasconi” per la riduzione dell’impatto ambientale dei liquami zootecnici e migliorare il livello di sostenibilità delle imprese agricole: questi i temi al centro dell’incontro.
Sui danni causati dalle gelate al comparto dell’ortofrutta, e in particolare alla produzione di pere dell’area modenese, Mammi ha spiegato che la Regione ha chiesto al Governo anche per il 2021 la deroga al decreto legislativo 102, ed è in corso il confronto sulla proposta di riparto fatta dal ministero delle Politiche agricole per rendere subito disponibili alle imprese agricole i 20 milioni di euro ottenuti nel corso del 2020 sempre sul decreto 102 (sostegni alle imprese nelle emergenze e nei rischi), tenendo conto di chi ha avuto effettivamente i danni, con la stessa procedura che è stata applicata per i danni da cimice asiatica. È stata inoltre chiesta al Governo la disponibilità dei 70 milioni di euro che erano stati stanziati per calamità grazie alla legge di stabilità 2020. Dal canto suo la Regione verso la fine dell’anno promuoverà un nuovo bando per finanziare l’installazione di sistemi antibrina.