Si chiama Casa Nuova la nuova struttura d’accoglienza per nuclei mamma-bambino che sarà aperta da gennaio a Castello d’Argile, nel Bolognese, dalla cooperativa sociale La Venenta che sin dalla sua fondazione (avvenuta nel 2011) ha sempre collaborato con la Pubblica amministrazione per garantire servizi socio-educativi e socio-assistenziali di elevata qualità.
Casa Nuova - spiegano dalla coop sociale - è stata pensata per garantire un’osservazione mirata sulla relazione genitore-figlio e un sostegno concreto per un inserimento o un reinserimento lavorativo in vista dell’autonomia socio-economica del nucleo.
All’interno di Casa Nuova è possibile accogliere nuclei monogenitoriali, seguiti dai Servizi sociali e che si trovano in condizioni di temporanea fragilità e disagio, per i quali si ritiene utile attivare un’osservazione sulle reali capacità genitoriali e un supporto alla madre, sia rispetto la gestione dei figli, sia rispetto la ricerca del lavoro.
Casa Nuova potrà ospitare fino a 8 persone ed è situata via Nuova a Castello d’Argile (BO).
Al piano terra dello stesso edificio, da gennaio 2021, sarà avviata la sede operativa del Laboratorio artigianale tessile, dedicata allo svolgimento di attività lavorative e formative, nell’ambito del settore sartoriale e pittorico. Quest’attività mira a favorire progetti di formazione, tirocini e inclusione lavorativa per persone temporaneamente in situazioni di svantaggio.
Chiara Ricciardelli, presidente della cooperativa sociale La Venenta, afferma: “Questa sinergia nasce dalla consapevolezza che il reinserimento lavorativo è fondamentale per ogni progetto di accoglienza. Abbiamo per questo motivo progettato un percorso integrato tra servizi socio-educativi e supporto nella ricerca del lavoro. Quest’opportunità dedicata alle donne ospiti di Casa Nuova, prevederà l’avvio di percorsi di formazione e tirocini formativi in diversi ambiti: dal tessile all’assemblaggio fino all’agricoltura sociale. L’équipe multidisciplinare, insieme ai Servizi sociali di riferimento, predisporrà un bilancio di competenze della donna (di base, trasversali e tecnico specifiche) per poi progettare un percorso di inserimento lavorativo ad hoc, grazie anche alla rete di imprese del territorio”.