Tra le imprese colpite dall’esondazione del Panaro c’è anche Coopattiva, la storica cooperativa sociale modenese (aderente a Confcooperative) che si occupa di inserimento al lavoro di persone con disagio.
Le acque hanno invaso i terreni del progetto di agricoltura sociale “Natura che cura”, avviato nel 2018 a Nonantola e oggi completamente in ginocchio.
“Sicuramente si tratta di un duro colpo per il nostro progetto – afferma il direttore di Coopattiva Giorgio Sgarbi - Siamo intervenuti subito per provare a limitare i danni e iniziare il recupero della situazione. Purtroppo le acque hanno danneggiato un po’ tutto ciò che era a terra, dal grande orto alle serre e strutture”.
“Avevamo iniziato da pochi giorni le attività di piantumazione di un grande bosco - racconta l’educatrice Barbara Cornia, responsabile del progetto ‘Natura che cura’ - Insieme ai lavoratori con varie tipologie di disagio avevamo cominciato le operazioni di allineamento e piantato le prime di oltre mille piante. È un progetto bellissimo che stava dando grande motivazione ed entusiasmo a tutti, in questo tempo difficile di Covid”.
“Non ci voleva, ma non ci fermeremo di certo – aggiunge Sgarbi - La missione di Coopattiva è utilizzare il lavoro come strumento di inclusione e mai come in questo momento sentiamo che si tratta di un obiettivo vitale per l’intera società”.
Per consentire al progetto “Natura che cura” di Nonantola di non fermarsi e rialzarsi, Coopattiva ha lanciato la raccolta fondi d’emergenza dal titolo “Natura che cura rinasce con te”. Si può partecipare versando direttamente all’Iban IT28K0538712904000003290503 - causale “Natura che cura rinasce”.