IL COVID METTE A RISCHIO LA BIG ORCHESTRA DI CEMI

IL COVID METTE A RISCHIO LA BIG ORCHESTRA DI CEMI

La cooperativa riminese aveva riunito 400 giovani musicisti del territorio grazie ad un bando della Regione. Pandemia e burocrazia mettono tutto in discussione.

giovedì 5 novembre 2020

Negli ultimi mesi il settore della cultura e dello spettacolo ha dovuto reinventarsi e affrontare serie difficoltà. La cooperativa Cemi di Rimini, ad esempio, che si occupa di educare alla musica e di organizzare eventi, vive due dimensioni contrapposte: da un lato crescono gli iscritti ai corsi, dall’altro non è possibile organizzare i concerti.

“Le nostre lezioni musicali non si sono mai interrotte - raccontano Marta Quarantini ed Elisa Sambi di Cemi -, sono proseguite sia online che in presenza, specie in forma individuale, con le barriere di plexiglass e ogni altro accorgimento. Anzi, segnaliamo con soddisfazione una crescita di interesse, anche a seguito di una serie di azioni e promozioni che abbiamo portato avanti. Sono gli eventi collettivi a preoccupare, gli stage e i concerti di musica da camera sono saltati”.

Le complicazioni maggiori, poi, riguardano i progetti più ampi, come quello della Big Orchestra: una formazione di 400 giovani musicisti del territorio, che dopo il grande concerto del 28 giugno 2019 a Rimini, doveva esibirsi in altre due occasioni, a Cesena (2020) e Bologna (2021). “Ad oggi abbiamo difficoltà a organizzare anche solo un piccolo saggio, far provare decine di giovani musicisti è improponibile e non etico - commentano -. Inoltre c’è il problema della presenza di pubblico, della capienza dei teatri, dei trasporti. Abbiamo adottato misure specifiche, come l’eliminazione degli strumenti più rischiosi, quelli a fiato; poi abbiamo posticipato la data del concerto 2020: prima a Natale e ora a febbraio. Ma lo scenario è troppo mutevole, non ci sono garanzie”.

Il progetto Big Orchestra nasce da un bando della Regione basato sull’aggregazione giovanile: un tema che oggi non è più perseguibile, con gli ostacoli amministrativi che ne conseguono. “Speravamo di poter modificare l’obiettivo del bando con una delibera, oppure di poter agire sulle tempistiche, congelandole o posticipandole - spiegano ancora Quarantini e Sambi -. Invece ci è stato concesso solo di riformulare il progetto, mantenendo scopi e tempi originali. Il rischio concreto è che salti tutto per il 2020 e forse anche per il 2021: per noi significherebbe non poter contare sui finanziamenti attesi. Questo perché la burocrazia si muove ancora con una lentezza che non è più ammissibile, alle imprese e alle cooperative oggi servono rapidità ed elasticità”.

Le note positive però ci sono: “Cerchiamo di mantenere alto il morale, nostro e quello dei giovani allievi. Le attività online funzionano bene, ma non possono diventare la prassi - concludono -. Ciò che ci dà forza e ci unisce davvero, come persone e come comunità, è la musica dal vivo”.

 

Marco Guardanti

 

Articolo tratto da In Piazza – numero di novembre 2020