Sfiora le 400.000 tonnellate, tra tondo e lungo, il pomodoro da industria 100% italiano che Conserve Italia si appresta a lavorare nel corso della campagna 2020 iniziata nei giorni scorsi all’interno dei quattro stabilimenti presenti in Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. Rispetto al 2019, quando la produzione fu pesantemente danneggiata dal maltempo di maggio, l’incremento programmato per quest’anno è di oltre il 20%.
“Dopo il boom di domanda di passate e conserve di pomodoro registrato nei mesi dell’emergenza Covid, mai una campagna è stata tanto attesa”, commenta Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, consorzio cooperativo presente nel mercato del pomodoro con i marchi Cirio, Valfrutta, Jolly Colombani e Pomodorissimo Santa Rosa (quest’ultimo in licenza d’uso). “Per far fronte alle grandi richieste di prodotto, sia in Italia che in Europa, siamo stati costretti in questi mesi ad utilizzare quasi tutte le nostre giacenze di magazzino. Veniamo tra l’altro da due campagne di pomodoro alquanto scarse, quelle del 2018 e del 2019, per i problemi legati alla siccità del bacino produttivo del nord e al maltempo che in più occasioni aveva colpito i nostri areali, mentre quest’anno le previsioni risultano al momento buone, sia dal punto di vista qualitativo che rispetto ai volumi attesi. Anche le vendite dei derivati del pomodoro, pur se lontane dai picchi dei mesi di marzo e aprile scorsi in pieno lockdown, continuano a registrare trend positivi. Nei nostri stabilimenti siamo quindi già partiti per la lavorazione del nuovo prodotto che sta cominciando ad arrivare; un pomodoro di qualità, 100% italiano, costantemente controllato, proveniente dagli oltre 5.100 ettari dei nostri soci produttori coltivati nelle aree più vocate del Paese”.
Per la lavorazione del pomodoro da industria, Conserve Italia ha assunto per questa campagna complessivamente 1.170 lavoratori stagionali, i quali saranno impiegati, con contratti che vanno dalle 50 alle 100 giornate di lavoro, nei quattro stabilimenti dedicati alle conserve rosse: nel dettaglio, 450 a Mesagne (Brindisi), 410 a Pomposa (Ferrara), 210 ad Albinia (Grosseto), 100 a Ravarino (Modena).
Lo stabilimento di Pomposa, in provincia di Ferrara, che occupa a pieno regime circa 1.200 addetti tra fissi e stagionali, con i suoi 442.500 mq di superficie totale è tra i più grandi d’Europa per dimensioni e per quantità di prodotto lavorato, con una potenzialità produttiva di 300.000 tonnellate di materie prime, di cui 250.000 di pomodoro.
“Come già avvenuto per le campagne dei piselli e per quella del mais tuttora in corso – aggiunge Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia –, anche nei nostri quattro stabilimenti dedicati al pomodoro sono state adottate tutte le misure previste dalle norme vigenti in materia di contrasto al Covid-19. Si tratta di accorgimenti necessari per la sicurezza delle persone, che inevitabilmente comportano un aggravio nei costi a carico dell’Azienda”.
“Siamo molto soddisfatti – conclude Rosetti - di riuscire a mantenere di anno in anno i nostri livelli occupazionali, confermando così l’importante rapporto di collaborazione reciproca con i territori in cui siamo presenti. Il comparto del pomodoro è uno dei principali asset strategici della nostra Azienda, al quale riserviamo continui investimenti lungo tutta la filiera, sia in termini di ammodernamenti produttivi e innovazione di prodotto, sia nell’utilizzo di risorse umane”.