Un’edilizia circolare sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, anche “underground”, che non si preoccupi di dover smaltire materiale di scavo o di produrre nuovo asfalto perché può riutilizzare totalmente quello rimosso durante i lavori. A Bologna l’economia circolare in edilizia è realtà: merito di CEA – Cooperativa Edile Appennino, realtà di Monghidoro (Bo) con filiali in Romania, Libia e Libano che, da anni, progetta e realizza soluzioni innovative per il settore delle costruzioni.
L’azienda, al termine di un percorso di progressivo miglioramento dei processi di lavorazione, ha di recente ottenuto la certificazione di prodotto delle miscele inerti necessarie per il reimpiego dei materiali: “Fino al 2019 eravamo in grado di riciclare circa il 50% degli inerti che venivano rimossi per i lavori di manutenzione delle linee acqua e gas interrate – spiega Giuseppe Salomoni, presidente di CEA -. Da quest’anno questa percentuale è salita a un minimo dell’80% fino a raggiungere in molti casi il 100%: questo significa non dare vita a scarti inerti, comunque pregiati, che in passato andavano smaltiti con gli evidenti costi ambientali, e non essere costretti a utilizzare nuovo bitume. Inoltre, durante la stagione estiva, attraverso la nostra divisione CEA Ambiente siamo in grado di riutilizzare completamente tutto il materiale di scavo prodotto dal cantiere: sono convinto si tratti di un bell’esempio di applicazione dei principi dell’economia circolare al tessuto urbano e sono lieto che Hera, da sempre attenta all’impatto ambientale delle proprie attività, ci abbia permesso di mettere in campo queste tecniche nei cantieri per la manutenzione delle proprie linee”.
“C’è grande sintonia tra questa innovazione di CEA e la traiettoria scelta dal Gruppo Hera nella direzione dell’innovazione e dell’economia circolare – sottolinea Susanna Zucchelli, Amministratore Delegato di Heratech, la società di ingegneria della multiutility bolognese. – Anche noi stiamo implementando soluzioni per minimizzare l’impatto sull’ecosistema di ogni fase operativa legata ai nostri business, ad esempio impiegando nei nostri cantieri tubi e condotte in plastica riciclata ogni volta che è possibile. Inoltre, abbiamo un dialogo aperto con i nostri fornitori per promuovere l’uso di materiali a sempre minore impronta ambientale, come cavi elettrici che, a fine vita, potranno essere più facilmente scomposti nelle loro matrici e riutilizzati”
La tecnica innovativa messa in campo da CEA è pronta a trovare applicazione in tutti i cantieri in cui operano gli oltre 400 dipendenti della cooperativa bolognese: “Ora tocca alle Istituzioni locali – spiega Salomoni – metterci in condizioni di operare al nostro meglio. In molti casi i regolamenti comunali per la gestione dei cantieri sono estremamente datati e rendono difficile, quando non impossibile, il normale utilizzo per i riempimenti ed i successivi ripristini di inerti realizzati con materie prime riciclate, pavimentazione in asfalto compresa. Tuttavia basterebbe un piccolo sforzo istituzionale per rinnovare le prescrizioni dei regolamenti Comunali che accompagnano i permessi necessari alla manomissione del suolo pubblico evitando le discrezioni sull’ok al riutilizzo consentendo così di realizzare letteralmente “a scarto zero”.