La medicina di genere torna al centro del dibattito in Regione. Se ne è parlato infatti recentemente in Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, durante la seduta congiunta della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali e della Commissione per la Parità e per i diritti delle persone e cultura, con l’obiettivo di fare il punto sull’impegno della Regione in un ambito sempre più strategico per la sanità pubblica.
Un confronto approfondito, aperto dall’intervento dell’assessore regionale alla Salute Massimo Fabi, che ha ribadito con forza l’impegno dell’Emilia-Romagna per un modello sanitario capace di superare l’approccio standardizzato, in favore di cure più appropriate, personalizzate e attente alle differenze di genere.
“Diffondere una cultura di attenzione al genere e alle differenze significa dare risposte sanitarie più attente ai bisogni della persona, migliorando anche la relazione di cura tra medico, operatori sanitari e paziente”.
Un tema centrale anche per Confcooperative Emilia Romagna, che proprio in occasione della Festa della Donna, lo scorso 8 marzo, ha promosso un convegno sul tema della medicina di genere, insieme alla Commissione Dirigenti Cooperatrici dell’Emilia-Romagna e a Cooperazione Salute. All’evento, dal titolo “Pari ma non uguali. Che genere di medicina. Riconoscere le differenze per promuovere un benessere più equo” è intervenuto lo stesso assessore Fabi, che aveva già sottolineato la necessità di “considerare le diversità non come ostacoli, ma come strumenti per migliorare l’efficacia della medicina”.
Durante l’iniziativa dell’8 marzo, erano emerse riflessioni importanti anche da parte del mondo cooperativo. In particolare, Anna Piacentini, presidente della Commissione Dirigenti Cooperatrici, aveva ricordato come “la medicina di genere non sia una medicina per le donne, ma un approccio innovativo e trasversale che riguarda tutta la popolazione e permette di fornire risposte più corrette ed efficaci a tutti”.
Piacentini aveva anche sottolineato il valore aggiunto della cooperazione su questi temi: “Le cooperative, in quanto soggetti radicati sul territorio, possono giocare un ruolo fondamentale nel promuovere una cultura della salute più consapevole e inclusiva”.
L’incontro in Assemblea Legislativa rappresenta dunque un ulteriore passo avanti in un percorso che Confcooperative Emilia Romagna ha già intrapreso, convinta che la medicina di genere debba diventare una componente strutturale del dibattito sulla sanità, nonché un elemento imprescindibile nella formazione dei professionisti e nella costruzione di politiche pubbliche più eque.