Quasi tre tonnellate di rifiuti, per il 96% di plastica. È quanto i pescatori della cooperativa Piccola grande pesca di Porto Garibaldi, aderente a Confcooperative Ferrara, hanno tirato su nelle loro reti in sei mesi di monitoraggio, dal 30 settembre 2019 al 4 luglio 2020, con una pausa tra marzo e maggio a causa del lockdown dovuto alla pandemia.
I risultati dell'iniziativa “Fishing for litter”, una delle attività del progetto “Zero plastica in mare” promosso da Bnl Gruppo Bnp Paribas in partnership con Legambiente, sono stati presentati oggi, fa sapere l'associazione ambientalista, in occasione della tappa di Goletta Verde in Emilia-Romagna.
All'iniziativa hanno partecipato 15 volontari di Legambiente assieme a 46 pescherecci della cooperativa Piccola grande pesca, con la collaborazione della società Clara spa, della Capitaneria di porto di Porto Garibaldi e del Comune di Comacchio.
Nel dettaglio, sono stati recuperati 2.958,2 chili di rifiuti, pari a 18.075 unità, la cui origine è da attribuire principalmente alle attività produttive di pesca e acquacoltura (76%), come calze per mitili, nasse, reti, cime, boe e altri attrezzi per la pesca. Il 20%, invece, deriva dalla cattiva gestione dei rifiuti urbani che si riversano in mare, e il 4% da fonti non identificabili. Per quanto riguarda, poi, i rifiuti presenti sulle spiagge emiliano-romagnole, la recente indagine “Beach litter in Emilia-Romagna” di Legambiente “restituisce un quadro piuttosto scoraggiante". In regione, il censimento "ha preso in esame tre siti, dove è stata riscontrata la presenza di 687 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare". Di questi, il 91% “è costituito, ancora una volta, dalla plastica”, e in cima alla top ten dei rifiuti maggiormente rinvenuti “si registrano frammenti di plastiche, mozziconi di sigaretta, polistirolo e cotton fioc”.
Rispetto ai rifiuti contemplati all'interno della “Single use plastic directive”, “questi - precisano da Legambiente - costituiscono il 49% sul totale dei ritrovamenti sulle spiagge dell'Emilia-Romagna", il che dimostra "la necessità di recepire al più presto la direttiva europea per la tutela dei nostri mari”.
Fonte: agenzia di stampa Dire