PRIORITÀ IN REGIONE, INTERVISTA A MILZA

PRIORITÀ IN REGIONE, INTERVISTA A MILZA

L’intervista del Resto del Carlino al presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza uscita venerdì 31 gennaio 2025 all’interno dello speciale Top Aziende Emilia-Romagna.

venerdì 31 gennaio 2025

Pubblichiamo di seguito l’intervista del Resto del Carlino al presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza uscita venerdì 31 gennaio 2025 all’interno dello speciale Top Aziende Emilia-Romagna.

 

“SERVE UN TAGLIANDO AL PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA”

Sanità, welfare, dissesto idrogeologico ed economia sociale: ecco le priorità alla Regione indicate dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza

 

(Intervista per Top Aziende Emilia-Romagna / il Resto del Carlino 31 gennaio 2025)

 

Sanità, welfare, dissesto idrogeologico, economia sociale. Con anche la richiesta di una sorta di ‘tagliando’ al Patto per il Lavoro e per il Clima. Così Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, segnala le priorità che il mondo cooperativo intende sottoporre alla nuova Giunta regionale, dal neo-governatore Michele de Pascale (che l’Organizzazione ha già incontrato a dicembre portandolo davanti a un centinaio di cooperatori) agli assessori, “che abbiamo iniziato ad incontrare uno ad uno” spiega Milza.

 

Presidente Milza, si è ufficialmente aperta la XII legislatura della Regione. Come giudica questo debutto?

“L’ipotesi di un’intesa politica per una proposta di legge regionale bipartisan sulla promozione della natalità credo sia un bell’inizio. La questione demografica, che ha raggiunto livelli drammatici anche in Emilia-Romagna, deve essere alla base di ogni provvedimento della Regione. Senza giovani non c’è futuro, punto. La cooperazione, che fa dell’intergenerazionalità una delle sue cifre distintive, è molto attenta a questi temi e saremo pronti a dare il nostro contributo affinché si arrivi ad una legge efficace e incisiva, passando dagli intenti ai fatti”.

 

Il presidente de Pascale ha presentato il suo programma di mandato. Quali le priorità da voi indicate?

“Innanzitutto la sanità: si è preso coscienza che il sistema così com’è, non è più sostenibile e va riformato. Noi diciamo che serve più coraggio nell’investire nella sanità territoriale, aprendosi alla partecipazione degli operatori del privato sociale (come le cooperative di medici di medicina generale) nella gestione dei servizi di prossimità. Poi il welfare, per il quale occorre impegnarsi in una transizione verso un modello di welfare di comunità, per la definizione del nuovo sistema di accreditamento socio-sanitario e per un tempestivo riconoscimento del lavoro sociale. Per quanto riguarda la sicurezza del territorio, apprezziamo la fine dello scontro politico tra Regione e Governo e confidiamo che la nomina del Commissario Curcio possa contribuire ad un clima di maggiore serenità e collaborazione. Occorre poi pensare ad un piano straordinario di opere di prevenzione e protezione, da portare avanti insieme alla ricostruzione, dando risposte a cittadini e imprese. Riteniamo inoltre che la Regione debba impegnarsi a fondo per la tutela del nostro sistema agricolo e agroindustriale, penalizzato dai cambiamenti climatici e da certi provvedimenti europei che rischiano di ridimensionare le nostre filiere produttive”.

 

Avete apprezzato l’attribuzione della delega dell’Economia Sociale al vicepresidente Colla. Perché?

“Perché in questo modo la Regione si fa trovare pronta a raccogliere la sfida lanciata dall’Unione Europea, che ha chiesto agli Stati membri la predisposizione di un Piano di attuazione dell’Economia Sociale. La nostra Regione ha già istituito l’Hub per l’Innovazione Sociale, al quale abbiamo convintamente aderito; occorre promuovere un nuovo paradigma di sviluppo economico a tutti i livelli, non possiamo più accettare che l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, la transizione ambientale, siano elementi appannaggio di pochi. Non c’è innovazione senza inclusione, questa è l’economia sociale che noi vogliamo promuovere”.

 

Il Patto per il Lavoro e per il Clima è uno strumento ancora valido?

“Sì, ma dopo dieci anni ha bisogno di una revisione. Soprattutto nell’ultima fase del secondo mandato di Bonaccini, questo strumento di partecipazione del mondo delle imprese e del lavoro, ha perso smalto e spinta. Ci attendiamo un cambio di passo soprattutto nel metodo: più coinvolgimento e considerazione, più propositività, più apertura alle istanze delle Associazioni imprenditoriali. Non serve un Tavolo di organizzazioni che si limiti a ratificare decisioni già prese dalla Giunta senza possibilità di incidere. Peraltro, l’attuale situazione economica delle nostre imprese, con una crescita inferiore a quella degli ultimi anni e la flessione dell’export registrata nel 2024, ci impone di trovare nuove risposte”.

 

L’Emilia-Romagna è ancora la “culla” della cooperazione?

“La cooperazione è un modello di impresa anticiclico che in questa regione ha storicamente trovato grandi possibilità di realizzare i suoi principi. Tuttavia, per continuare ad essere la ‘culla’ della cooperazione, o comunque una regione di riferimento in questo ambito, l’Emilia-Romagna deve promuovere e sostenere l’impresa cooperativa in linea con quanto previsto dall’articolo 45 della Costituzione. Troppo spesso, anche nei nostri territori, fare parte di una cooperativa rischia di diventare un elemento penalizzante. Non possiamo permettercelo, l’intera regione non può permetterselo. Credo che su questo tema sia arrivato il momento di unire le forze tra centrali cooperative, categorie economiche, sindacati, Regione, Enti locali e altre Istituzioni per tornare a promuovere con forza questo modello di impresa”.