Già direttore commerciale, Luca Santi è da qualche tempo nuovo presidente di CILS, la storica cooperativa sociale di Cesena che ha fatto dell’inclusione sociale e dell’inserimento lavorativo la sua cifra distintiva. Una realtà molto conosciuta nel territorio di riferimento, dove è stata capace di mettere in campo importanti innovazioni sociali.
A seguito del rinnovo delle cariche che ha recentemente interessato CILS e della sua elezione come presidente volevamo chiederle di parlarci del suo rapporto con la cooperativa. Qual è la sua storia personale all’interno di CILS e cosa prova ad assumere questa carica?
Io sono entrato in CILS nel 2013 come responsabile commerciale per rispondere all’esigenza individuata dal CDA di allora di fronteggiare i cambiamenti che erano in atto principalmente nel mondo degli appalti pubblici. Fino a 20 anni fa, infatti, una figura commerciale non era così necessaria, dato l’alto numero di gare d’appalto riservate alle cooperative sociali e affidamenti diretti, mentre negli ultimi dieci anni la situazione è visibilmente mutata e i competitor si sono moltiplicati.
Nel 2015, ho poi avuto l’opportunità di entrare per la prima volta nel CDA, organo che da allora è cambiato molto e, dopo l’ultima riunione di maggio, a seguito di vari passaggi, è composto da 5 figure, tutte coinvolte come soci lavoratori. Un cambiamento epocale per noi, di cui andiamo estremamente fieri, soprattutto perché è stato fortemente voluto da tutti, ci tengo molto a sottolineare questo aspetto.
Dopo l’ingresso nel CDA sono stato anche vicepresidente delegato, e oggi, oltre ad essere rappresentante legale e operatore commerciale, sono molto felice, motivato ma anche sinceramente emozionato di accettare il ruolo di presidente di una cooperativa come CILS che è un vero e proprio patrimonio per la comunità di Cesena.
Quali sono i principali obbiettivi che si pone il nuovo CDA e quali prevede che siano le sfide più difficoltose che si troverà ad affrontare?
Gli obbiettivi che si è prefissato il nuovo CDA sono principalmente tre. Il primo è quello di consolidare i risultati che abbiamo ottenuto nel 2023, anno in cui siamo riusciti a riportare il bilancio in pareggio dopo le difficoltà del 2022 che ci avevano visto chiudere in negativo. Il secondo obbiettivo riguarda invece il rafforzamento delle nostre strutture interne dopo questi anni di cambiamenti. Il terzo è quello di potenziare ulteriormente il rapporto con gli enti pubblici, come il Comune di Cesena, ma anche con i privati. Abbiamo sulla carta progetti di rafforzamento dei servizi di pulizie industriali ma anche nuovi piani di agricoltura sociale. Ogni proposito è comunque sempre volto all’obbiettivo di trovare nuovi spazi di inserimento lavorativo per persone con disabilità. Un esempio concreto è il WellDone CILS Social Food, ristorante aperto nel 2019 che ci ha permesso di ampliare i nostri campi d’azione. Oggi, dopo i primi due anni di difficoltà dovuti alla pandemia, questa realtà ci sta fornendo riscontri molto positivi, con oltre 30 impiegati.
La nostra sfida principale, oltre a portare avanti e chiudere le partite aperte dal CDA precedente, rimane quindi quella di creare nuovi posti di lavoro per persone in difficoltà. Al bilancio di fine 2023, posso dire con soddisfazione che la percentuale è del 42% su oltre 400 dipendenti. Per darvi un po’ di numeri, sono impiegati ben 115 invalidi civili, di cui 70 inserimenti con disabilità grave (al 70-80%), oltre a 5 persone svantaggiate, di cui un inserimento alternativo alla detenzione carceraria. Il 53% dei nostri lavoratori sono donne e oltre il 78% del totale ha un contratto a tempo indeterminato. Mi preme molto ricordare anche che l’età media è di 43 anni e questo spazio dato ai giovani è un dato di crescita fondamentale per la comunità.
Quest’anno, tra l’altro, ricorrono i 50 anni di CILS, un traguardo molto importante per una cooperativa sociale di inserimento lavorativo profondamente radicata sul territorio come la vostra. Come descriverebbe questi primi 50 anni di CILS e qual è stato il segreto della sua longevità?
CILS è nata il 7 giugno di 50 anni fa con l’obbiettivo di abbattere i muri di pregiudizio, indifferenza e disuguaglianza verso situazioni svantaggiate e dare a tutti possibilità di accesso ad un lavoro dignitoso, stabile e remunerato. Da allora è stata fatta tanta strada ma i principi di mutualità, eguaglianza, equità e partecipazione che sono alla base della nostra mission non sono mai venuti a mancare.
La crescita e l’affermazione di CILS sono arrivate grazie all’impegno di tutti i collaboratori, sia quello dei soci lavoratori che quello dei soci volontari, molto attivi e sempre pronti a dimostrare il loro attaccamento alla maglia. Sicuramente rappresentano uno dei valori aggiunti della nostra cooperativa. Altro merito importante, penso sia quello di aver sempre avuto un occhio di riguardo alla qualità garantita ai clienti, aspetto non secondario, e al mantenimento di prezzi competitivi che ci ha permesso di creare vero valore per il territorio cui siamo fortemente legati.
Dal mio punto di vista, definisco la cooperazione non solo come un modello d’impresa, ma come un vero e proprio stile di vita, un modo di pensare che mette al centro le persone e la loro crescita, diventando così un modello di sviluppo veramente sostenibile per tutti: persone, ambiente e territori. Il segreto di CILS è essere riuscita a rappresentare questo modello.
Sono previste iniziative particolari per celebrare questo traguardo?
Sì, sono previsti due eventi per festeggiare il nostro compleanno. Il primo è stato il 24 giugno, giorno di San Giovanni, patrono di Cesena, in cui abbiamo organizzato una festa vera e propria ai giardini pubblici. Il secondo, invece, è un evento che stiamo studiando e si terrà prima di Natale al Teatro Bonci di Cesena. Si tratta di uno spettacolo che coinvolgerà direttamente i ragazzi che fanno parte della nostra cooperativa come attori principali.
Cosa si augura invece per il futuro, prossimo e non della cooperativa, e del mondo cooperativo in generale?
Quello che mi auguro sinceramente è che si lavori sempre di più all’interno del mondo delle cooperative sociali, e non solo, per stringere collaborazioni, non guardando solo al proprio orticello. Da quando sono consigliere amministrativo all’interno del Consorzio Sociale Romagnolo, mi sono reso conto ancora di più di come si ottenga una forza veramente notevole quando si collabora. Dopotutto, l’obbiettivo che perseguiamo è lo stesso: aiutare chi si trova in condizioni svantaggiate. Facendo lavoro di squadra possiamo costruire un futuro più giusto, prospero e sostenibile per tutti.