Intervistato da Alice Benatti della Gazzetta di Reggio alla vigilia del suo intervento sulle cooperative di comunità alla Summer School “Paesaggio, comunità, sostenibilità” tenutasi il 25 luglio presso Castelnovo ne’ Monti (RE), Giovanni Teneggi, già direttore di Confcooperative Reggio Emilia e oggi responsabile sviluppo di Confcooperative Terre d'Emilia, ha fatto il punto sulla situazione della cooperazione di comunità, in particolare nell’Appennino reggiano, cuore pulsante di queste esperienze di imprese comunitarie che qui sono nate oltre 30 anni fa.
Teneggi ha focalizzato il suo intervento sull’allestimento e l’attivazione di comunità in Appennino, area che vede parecchi territori con necessità di tornare ad essere ecosistemi in cui le attività economiche si collocano, e non soltanto i luoghi dove sono situate. Un riallestimento assolutamente necessario perché queste società tornino a prosperare, un riallestimento ottenibile attraverso lo strumento delle cooperative di comunità, da sempre fortemente sostenute da Confcooperative.
Come rimarcato da Teneggi, le cooperative di comunità sono infatti partecipate da abitanti, imprese, associazioni e istituzioni locali e nascono al fine di rimettere in gioco le risorse del territorio e contrastare il suo impoverimento, sia sociale che economico.
Tanti e virtuosi gli esempi apportati da Teneggi come la cooperativa di comunità Costabona di Villa Minozzo, iniziativa che oltre a ridare valore all’area porta anche avanti la tradizione della trebbiatura e della lavorazione del grano come base per far rinascere l’economia locale, e quella della cooperativa di comunità Valcampola di Pecorile, esempio di come questa forma di impresa non sia utile solo in determinate aree geografiche come quelle montane ma si possa sviluppare fruttuosamente anche in zone diverse e maggiormente servite e abitate come paesi, borghi di pianura ma anche quartieri di città, al fine di rinvigorirne il tessuto sociale ed economico.
Parlando di altre importanti realtà regionali in tal senso, Teneggi ha citato tra le tante la peculiarità della cooperativa Il Quadrifoglio, nata proprio in quel di Castelnovo ne’ Monti e costituitasi con l’inusuale forma di cooperativa di comunità sportiva, ma anche la straordinaria longevità e importanza della Valle dei Cavalieri, attiva da oltre vent’anni nella frazione di Succiso, nel Reggiano, da quando contribuì a tenerne in vita il bar locale, vero e proprio cuore pulsante della comunità .
Fondamentale nelle cooperative di comunità è infatti combattere uno dei drammi più diffusi del presente: la solitudine, connessa allo spopolamento. Oltre a presentare nuovi ed interessanti modelli economici sostenibili, queste imprese puntano soprattutto a rinforzare e generare la socialità. “Uno dei beni più preziosi e ricercati è proprio la comunità stessa” sostiene Teneggi.
Non è mistero poi, l’importanza che ha il valore culturale di queste cooperative, che devono essere in grado di restituire al territorio un racconto e quindi un’identità culturale, una narrazione del vivente.
Interrogato sullo stato attuale delle comunità dell’Appennino, Teneggi conclude l’intervista proponendo un quadro preciso in cui mette in evidenza specialmente la necessità di riuscire a comunicare meglio con la comunità degli adolescenti tra i 15 e i 18 anni.
“Quest’ultima fatichiamo ad ascoltarla e ad iniziarla all’adultità. Ma, così facendo, la candidiamo ad andarsene”, mette in guardia l’esperto.