LA RISPOSTA DI CEIS AI DISTURBI PSICHIATRICI DEI RAGAZZI

LA RISPOSTA DI CEIS AI DISTURBI PSICHIATRICI DEI RAGAZZI

Oltre 2.500 accessi registrati nel 2023 presso Gen-Z, la struttura semi-residenziale per adolescenti con gravi disturbi psichiatrici sorta a Modena su input dell’Azienda sanitaria locale.

martedì 30 luglio 2024

Sono oltre 2.500 gli accessi registrati nel 2023 presso Gen-Z, la struttura semiresidenziale per adolescenti con gravi disturbi psichiatrici gestita dal Consorzio Gruppo Ceis di Modena. In particolare, l’anno scorso sono stati seguiti 67 giovani (16 maschi e 51 femmine), con un tasso medio programmato di utilizzo dei posti di oltre il 90%.

 Gen-Z, che si trova Villanova di Modena, è la prima comunità semi-residenziale nata in Emilia-Romagna per minorenni e giovani adulti con problematiche psico-patologiche.

Ospita ragazze e ragazzi inviati dal servizio di neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Modena; sono casi conosciuti, ragazze e ragazzi in difficoltà e che spesso hanno interrotto il loro percorso scolastico.

 

Il progetto, nato nel novembre 2022 su input dell’Ausl di Modena, garantisce attività terapeutico-riabilitative a soggetti in età evolutiva con manifestazioni cliniche che determinano una marcata compromissione delle relazioni all’interno dei diversi contesti di vita (per esempio disagio psicologico e relazionale profondo), associate a dipendenza, talora con necessità di allontanamento per brevi periodi dal nucleo familiare.

 L’obiettivo principale è offrire un’opportunità di socializzazione per rimettere in campo quelle abilità sociali che permettono di riprendere le normali attività di un qualsiasi adolescente.

 L’altro obiettivo del servizio è fornire supporto alla famiglia che attraversa a sua volta una situazione di crisi per il trauma del ragazzo.

 

La struttura si caratterizza per la flessibilità, continuità terapeutica, coinvolgimento delle famiglie come servizio di media intensità che, volutamente, si discosta da un ambiente medicalizzato per renderlo più neutro e accessibile a quei ragazzi che non necessitano in una determinata fase del loro processo di cura di un luogo altamente connotato in termini psichiatrici.

 

La comunità si avvale di un’équipe multidisciplinare formata da educatori professionali, psicologi, psicoterapeuti, terapisti della riabilitazione, infermieri professionali, collaboratori/maestri d’arte per lo svolgimento di attività laboratoriali.

 

Il servizio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia) dell’Ausl di Modena coordina la realizzazione del progetto ponendo particolare cura nell’invio e gestione del percorso terapeutico degli ospiti nel quale sono costantemente coinvolti anche i referenti dei singoli centri di Npia distrettuali (neuropsichiatri infantili, psicologi, terapisti della riabilitazione psichiatrica) con incontri periodici di verifica e ridefinizione degli obiettivi.

 

Gen-Z è inserito in una rete che prevede un’ampia gamma di progetti e strutture per la residenzialità, anche per quanto riguarda la salute mentale adulti, che risponde al modello condiviso con la Regione di recovery, ovvero ponendo al centro la persona e i suoi bisogni sociali e relazionali prima che la malattia. Un modello che a Modena ha iniziato a svilupparsi oltre dieci anni fa, sempre di concerto con la Regione e in collaborazione con il Terzo settore, con l’obiettivo di evitare le conseguenze di una prolungata residenzialità, come la perdita di autonomia e l’insorgere di cronicità, favorendo invece la domiciliarità, per rendere il paziente protagonista di alcune scelte di vita.

 

A Gen-Z ogni ospite ha una figura di riferimento (coordinato dai responsabili di struttura) che ha il compito di redigere, in accordo con gli operatori del servizio di Npia, il progetto terapeutico individualizzato con gli obiettivi specifici che si intendono raggiungere, le azioni da mettere in campo e la programmazione delle verifiche da effettuarsi sia con gli operatori di neuropsichiatria che con la famiglia. Gli operatori si interfacciano regolarmente con i servizi esterni coinvolti e la scuola per strutturare un lavoro di rete che abbia al centro la persona.

 

Contemporaneamente agli ospiti viene presa in carico anche la famiglia, che ricopre un ruolo centrale, con la quale l’équipe di Gen-Z mantiene i contatti in maniera costante, svolge colloqui psico-educazionali e di sostegno, oltre a verifiche periodiche in presenza della persona ospite e degli operatori del servizio di neuropsichiatria.

 

Gen-Z risponde alle “raccomandazioni regionali” del febbraio 2017 che richiamano alla necessità di organizzare percorsi di cura dedicati ad accesso facilitato con lo scopo di promuovere benessere, prevenire i rischi e offrire uno spazio per genitori e adulti di riferimento.

 

All’inizio accreditata come servizio per le dipendenze patologiche, dal dicembre 2023 la comunità è a tutti gli effetti un servizio in ambito Npia.

Esiste la possibilità di ospitare ragazze/i in regime residenziale per un massimo di dieci giorni e, su richiesta della Npia, la comunità accoglie tutte quelle situazioni di crisi che non possono trovare una risposta nel ricovero ospedaliero perché troppo connotante e non appropriato in quei casi specifici. Nel 2023 i progetti in residenziale sono stati 28, per 127 giorni totali di permanenza.

 

A oggi Gen-Z ha risposto ai bisogni di quelle ragazze e ragazzi che, come un motore che si ferma improvvisamente, per una qualche ragione hanno interrotto il loro processo di normale crescita ritirandosi al “sicuro” nelle loro camerette.

Il cluster sintomatologico prevalente è quindi quello relativo ai disturbi di ansia, dell’adattamento, umore e schizotipia. 

 

A Gen-Z la giornata tipo inizia, per l’équipe, alle 7.30 con un operatore che si occupa del trasporto e per i ragazzi all’incirca alle 9 con un primo momento di condivisione rispetto all’organizzazione della giornata. Si distribuiscono gli impegni di ciascuno e alle 10 partono le attività strutturate e programmate (cineforum, gruppo alfabetizzazione alle emozioni, laboratorio musicale, uscite, attività al maneggio con i cavalli…).

Dopo il pranzo, dalle 15 le attività riprendono fino alle 17, quando avviene il rientro a casa.