Ha da poco compiuto 30 anni Nuova Cogisport di Faenza, la cooperativa che gestisce impianti sportivi e natatori nel territorio comunale e nell’area della Romagna Faentina. A guidarla dallo scorso anno è Davide Morara, 45 anni, che ha ricevuto il testimone dallo storico presidente Roberto Carboni. Nata nel 1994 dall’iniziativa dei dirigenti delle società sportive faentine che operavano nella piscina comunale, oggi Nuova Cogisport gestisce (oltre a quella di Faenza) anche le piscine di Russi, Castel Bolognese, Solarolo (in collaborazione con un’altra società) e Casola Valsenio, il PalaBubani di Faenza e il palasport di Castel Bolognese.
Di formazione perito meccanico e grande appassionato sportivo (è stato calciatore dilettantistico), il presidente Davide Morara è entrato in Nuova Cogisport all’inizio degli anni 2000 e oggi è anche dirigente dell’Asd Disabile Faenza.
Presidente Morara, come si presenta la cooperativa al suo 30° anniversario?
“Molto meglio rispetto agli ultimi anni, che tra Covid e crisi energetica ci hanno messo in forte difficoltà. Finalmente possiamo tornare a programmare le nostre attività senza pensare alla sopravvivenza quotidiana, i numeri stanno progressivamente tornando quelli pre-Covid. Dal 2005 al 2019 la cooperativa era cresciuta molto, ma negli ultimi 5 anni si sono verificati più disastri e ora finalmente cominciamo a rivedere la luce in fondo al tunnel”.
Come avete fronteggiato questi momenti così complicati?
“Covid e aumenti vertiginosi delle bollette in pochi anni hanno creato più problemi alla cooperativa dei 25 anni prima, mettendo seriamente a repentaglio la sua esistenza stessa. Avevamo pensato di tenere chiusa la piscina nei mesi invernali per rientrare nei costi, anche alla luce di sostegni statali e regionali davvero insufficienti, poi l’aiuto fondamentale dei nostri soci insieme al recupero di fondi accumulati negli ultimi vent’anni, ci hanno garantito la continuità aziendale. È stato inoltre fondamentale l’aiuto dei soci nel sensibilizzare le famiglie affinché tornassero a frequentare la piscina. Un plauso va sicuramente fatto anche al nostro reparto amministrativo che ha portato avanti una gestione finanziari molto oculata”.
Se oggi siete arrivati a questo traguardo, a cosa lo si deve principalmente?
“Alla sinergia tra le associazioni sportive faentine di cui siamo espressione dato che rappresentano la nostra base sociale. Inoltre il legame con il territorio e le comunità di riferimento è stato sicuramente decisivo”.
Ci parli del rinnovamento apportato al vostro logo. Un altro bell’esempio di collaborazione con il territorio…
“Sì, perché non volevamo fermarci ad una mera celebrazione dell’anniversario ma anche dare un segnale relativo all’avvicendamento tra il precedente Cda e quello attuale, proprio in coerenza al valore dell’intergenerazionalità così presente nel mondo cooperativo. Così abbiamo pensato che per raccontare un nuovo corso servisse innanzitutto un nuovo logo, e dato che a Faenza c’è una realtà di eccellenza come l’Isia abbiamo pensato di coinvolgere gli studenti. Ci sono stati sottoposti 30 lavori di elevata qualità e alla fine è stato scelto quello della studentessa Giuditta Cucchi, alla quale abbiamo conferito una borsa di studio. Il suo progetto ci è sembrato ottimo, sicuramente riconoscibile, impattante e facilmente memorizzabile, più rappresentativo di quello che è la cooperativa oggi”.
Sono previste altre iniziative particolari per celebrare questi 30 anni di attività?
“Faremo una piccola festa di compleanno che si terrà tra fine luglio ed inizio agosto. Un evento privato per coinvolgere tutti coloro che hanno partecipato a questi 30 anni di avventure, con l’obiettivo di restituire lo spirito di famiglia tipico di questa cooperativa”.
Quali le sfide future del mondo sportivo?
“Il mondo dello sport sta attraversando un vero e proprio stravolgimento. Con la riforma del 1° luglio 2023 sono state rivoluzionate le figure dei lavoratori sportivi, il che ha comportato anche uno spropositato aumento della burocrazia. È infatti un anno che le associazioni sportive si trovano in difficoltà, perché molte sono basate sul volontariato e faticano a professionalizzarsi in modo strutturato, in più va tenuto conto dell’aumento di costi che questa professionalizzazione e queste pratiche burocratiche comportano. Spesso si tratta di piccole associazioni che non riescono a fronteggiare il cambiamento, né dal punto di vista delle risorse economiche né da quello delle risorse umane. È comunque vero che con queste novità il lavoratore sportivo è molto più tutelato.
La nostra cooperativa fortunatamente è ben strutturata e probabilmente soffre meno di altre i mutamenti in corso. La sfida burocratica rimane comunque complessa da affrontare anche per noi, per tutto ciò che riguarda bandi e consulenze. Questa manovra che doveva snellire e semplificare alcune procedure e soprattutto rendere più trasparenti alcune operazioni non ha di fatto modificato molto al momento ma ha alzato prezzi e causato difficoltà organizzative e amministrative, oltre a rallentare i tempi dell’operatività".
Nella foto principale, da sinistra il presidente di Nuova Cogisport Davide Morara e il predecessore Roberto Carboni.