In queste settimane post alluvione c’è chi sta lavorando a ogni ora del giorno e della notte per cercare di ripristinare i territori collinari, completamente devastati dalle migliaia di frane registrate, ed evitare così lo spopolamento. Sono le cooperative montane che si occupano di manutenzione forestale, stradale e dei corsi d’acqua. Fra queste la Montana Valle del Lamone con sede a Brisighella, la Montana Valle Senio con sede a Casola, la Cooperativa Territorio Ambiente (Cta) con sede a Premilcuore e la Clas di Bagno di Romagna.
Queste imprese sono state chiamate dai Comuni, dalle Province di riferimento, dalla Protezione Civile e dagli altri enti che gestiscono il territorio alluvionato a eseguire lavori di estrema urgenza.
“Lavoriamo su due fronti - racconta Luigi Naldoni, direttore tecnico della Montana Valle del Lamone, cooperativa con circa 50 dipendenti soci, attiva dal 1974 -: nella parte alluvionata in pianura dove eseguiamo interventi diversi sui corsi d’acqua e dove abbiamo chiuso la rottura dell’argine del Santerno e nelle colline per riaprire le strade. Sono state settimane di lavoro intenso e ininterrotto 24 ore al giorno e 7 giorni su 7. Al momento ci stiamo occupando solo degli interventi degli enti pubblici, non abbiamo le forze per esaudire le tante richieste che ci sono arrivate dai privati, imprese e cittadini, almeno finché la situazione di emergenza non rientra”.
“La seconda alluvione di metà maggio si è abbattuta su un territorio già saturo, devastandolo completamente - aggiunge Edoardo Visani, vicepresidente e direttore tecnico della Montana Valle Senio, cooperativa con 25 dipendenti soci -. Solo in queste ultime due settimane siamo riusciti a dare riposo ai nostri lavoratori almeno nei weekend. Si sono fatti davvero in quattro e sono stati straordinari. Per quanto riguarda la logistica stradale siamo riusciti a ripristinare i collegamenti più importanti nei comuni della Romagna faentina, ora ci concentreremo sulle strade demaniali e forestali con l’obiettivo di rendere agibili la viabilità verso gli agriturismi e le abitazioni più isolate. In sintesi stiamo concludendo la prima fase di questa emergenza, dopo questa inizia la fase di manutenzione dei lavori fatti e poi, si spera, arriverà il momento della progettazione a lungo termine”.
La viabilità è stata in alcuni casi completamente ridisegnata, sono state costruite nuove strade per permettere a cittadini e imprese di poter raggiungere le loro case e il loro lavoro. “L’obiettivo principale è evitare lo spopolamento di questi territori - concordano i presidenti -. Siamo riusciti a fare tanto e in poco tempo, grazie alla buona collaborazione che si è creata fra tutti gli enti coinvolti. Adesso è arrivato il tempo delle risorse economiche per una nuova progettazione, che tenga conto di eventi straordinari come quelli che si sono verificati a maggio e che dia speranza e certezza a questi territori”.
Martedì 27 il Governo ha nominato il generale Francesco Paolo Figliuolo come commissario straordinario per le alluvioni in Romagna: “Auguriamo buon lavoro al generale - commenta Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna e direttore della Cooperativa Territorio Ambiente -. La nostra associazione e le cooperative montane che lavorano sui territori colpiti si mettono a piena disposizione. Siamo contenti che si sia sbloccata una situazione di stallo che poteva diventare critica e speriamo che questa nomina aiuti a snellire le procedure di avvio dei lavori e la loro programmazione”.
Nella foto principale, l’intervento di una cooperativa montana nell’argine del Santerno rotto nella Bassa Lughese.