È stata ufficialmente inaugurata nei giorni scorsi, con una giornata di “apertura” alla città, “Gen-Z”, la comunità semi-residenziale del Gruppo Ceis - la prima in Emilia-Romagna – per minorenni e giovani adulti con problematiche psico-patologiche. La comunità si trova a Villanova di Modena nella villa Messerotti-Benvenuti.
“Gen-Z” ospita ragazze e ragazzi inviati dal servizio di neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Modena, casi conosciuti, ragazze e ragazzi in difficoltà e che spesso hanno interrotto il loro percorso scolastico. La comunità ora sta funzionando a pieno regime. Ha aperto il 29 novembre scorso con i primi ingressi. Da allora sono stati inseriti tutte le settimane nuovi ospiti, ragazze e ragazzi, e a oggi ha avuto in carico 38 ospiti: 33 stanno ancora frequentando il centro, cinque sono stati già dimessi in accordo con il servizio di neuropsichiatria.
“Gen-Z”, aperta dalle 8.30 alle 17.30, accoglie contemporaneamente otto ospiti; l’effettiva frequenza viene concordata con il neuropsichiatra di riferimento e la famiglia. C’è chi si ferma in comunità alcune mezze giornate, chi di più. L’équipe è composta da sei persone, educatori, psicologi, un tecnico della riabilitazione psichiatrica. Ogni ospite ha una figura di riferimento (coordinato dai responsabili di struttura) che ha il compito di redigere, in accordo con gli operatori del servizio di neuropsichiatria infanzia e adolescenza, il progetto terapeutico individualizzato con gli obiettivi specifici che si intendono raggiungere, le azioni da mettere in campo e la programmazione delle verifiche da effettuarsi sia con gli operatori di neuropsichiatria che con la famiglia. Ci si interfaccia con regolarità con i servizi esterni coinvolti e con la scuola per la strutturazione di un lavoro di rete che abbia al centro la persona.
Contemporaneamente agli ospiti viene presa in carico anche la famiglia, che ricopre un ruolo centrale, con la quale l’équipe di “Gen-Z” mantiene i contatti in maniera costante, svolge colloqui psico-educazionali e di sostegno, oltre a verifiche periodiche in presenza della persona ospite e degli operatori del servizio di neuropsichiatria.
Nell’inaugurare la struttura, padre Giuliano Stenico, presidente Fondazione Ceis, ha sottolineato come “Gen-Z risponde a un’emergenza crescente che coinvolge minori con problematiche psico-patologiche che non hanno luoghi appropriati dove essere affidati e sostenuti per superare le loro difficoltà. Grazie a una stretta collaborazione con l’Ausl abbiamo dunque avviato questa esperienza particolare di comunità che, rispetto ad altre, ha tra i suoi obiettivi prevalenti il reinserimento scolastico e la ricostruzione di relazioni, attraverso anche il forte coinvolgimento delle famiglie e dei volontari”.
“I problemi emotivi e comportamentali di adolescenti e giovani trovano in Gen-Z una risposta coerente con i principi della non medicalizzazione del disagio, del contenimento relazionale, dell’intervento psicosociale, della permeabilità alla comunità di riferimento” ha dichiarato Fabrizio Starace, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ausl. “I ragazzi e le loro famiglie possono in questo modo apprendere dalle difficoltà e uscire rafforzati dall’esperienza di sofferenza”.
“Gen-Z è l’unica struttura di questo tipo in Emilia-Romagna – sottolinea Sabina Rosa, responsabile della comunità Ceis -. È una semi-residenza rivolta a persone minori e giovani adulte con problematiche psico-patologiche con lo scopo di promuovere benessere, prevenire i rischi e offrire uno spazio per genitori e adulti di riferimento. La comunità si caratterizza per gli aspetti di flessibilità, continuità terapeutica e coinvolgimento delle famiglie come servizio di media intensità che, volutamente, si discosta da un ambiente medicalizzato. L’obiettivo principale è offrire un’opportunità di socializzazione per rimettere in campo quelle abilità sociali che permettono di riprendere le normali attività di un qualsiasi adolescente. L’idea è che Gen-Z si ponga come progetto pilota per la realizzazione di nuove strutture in Emilia-Romagna ma non solo. La comunità è improntata secondo le caratteristiche degli interventi Ceis: ascolto, attenzione alla formazione, sviluppo della relazionalità luogo di socializzazione non solo tra ragazze e ragazzi che la frequentano, ma anche come finestra sull’esterno, collaborando e co-progettando con altre realtà del territorio. Abbiamo già partecipato a un laboratorio di fotografia organizzato dallo spazio giovani Reset di Soliera, a un ciclo di laboratori presso il Museo Estense di Modena e avviato una collaborazione per un laboratorio con il Museo della Figurina. L’idea è ampliare sempre più queste collaborazioni, ed è questo uno dei nostri obiettivi principali per il 2023”.
Nelle foto, alcuni momenti dell’inagurazione e la villa che ospita la comunità.