Il mondo agricolo alle prese con i cambiamenti climatici e il loro pesante impatto può essere uno dei principali protagonisti del percorso sostenibilità e questo sforzo può generare anche vantaggi economici significativi. Parliamo del contrasto del rilascio in atmosfera di anidride carbonica, di carbon credits, di certificazioni ad hoc. E’ un aspetto che proietta l’agricoltura nel futuro e che Confcooperative sta seguendo con attenzione come sottolinea Barbara Zanetti, responsabile Ambiente di Confcooperative Romagna (e a livello regionale): “Il sequestro di carbonio da parte dei suoli agricoli potrebbe dare vita ad un nuovo modello imprenditoriale mirante a fornire una nuova fonte di reddito per gli agricoltori, i silvicoltori, acquacoltori e tutti i gestori del territorio che intraprendono attività da cui derivano processi di assorbimento e stoccaggio della Co2”.
Aumentare il sequestro di carbonio da parte del settore agricolo e forestale a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, è uno degli obiettivi UE emersi dai Regolamenti approvati recentemente a Strasburgo. Ciò porterebbe le riduzioni di gas serra dell'Unione Europea nel 2030 al 57% rispetto ai livelli del 1990, secondo la strategia definita da Fit for 55. Confcooperative Bruxelles sta seguendo, dal suo osservatorio privilegiato, l’attività delle istituzioni europee e l’attenzione a questi percorsi è condivisa anche dall’organizzazione a livello nazionale.
Una delle parole magiche che ricorrono in questa partita è carbon credits ovvero crediti da carbonio, titoli soggetti a compravendita, un vero e proprio business di forte interesse se è vero che all’estero si sono già mosse banche di peso. I crediti potrebbero essere prodotti dalle aziende agricole che adottano pratiche di sequestro del carbonio. Il principale ostacolo fino ad oggi era quello di definire esattamente come misurare questo “sequestro”, perciò l’adozione da parte di agricoltori e silvicoltori di strumenti di certificazione è precondizione per proseguire su questo percorso. La buona notizia di questi giorni è la costituzione del primo Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agro-forestale nazionale istituito presso il Crea. È quanto prevede un emendamento inserito nel Disegno di legge 564 con disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato.
Confcooperative Romagna sostiene e promuove la certificazione di gestione forestale responsabile che costituisce il punto di partenza per i “carbon credit”.
“Gli attuali schemi di certificazione forestale internazionali hanno già predisposto standard di certificazione dei Servizi Ecosistemici che prevedono criteri per calcolare correttamente il sequestro di carbonio delle foreste. Questa sarà un’opportunità per tutti i proprietari e gestori di foreste. Anche i prodotti di origine legnosa e suoi derivati, saranno considerati “pozzi di assorbimento del carbonio, compresa la carta” conclude Riccardo Nascé, funzionario FedAgriPesca Romagna.
Fonte foto: Coprob