Sono le ostriche targate Goro le protagoniste di una ricerca dell’Università di Ferrara, che punta alla loro valorizzazione sul mercato. L’allevamento delle varianti Golden e Black, prodotte localmente, è infatti al centro di un progetto europeo finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.
Lo studio, sostenuto con 85 mila euro attraverso il progetto Flag Costa nell’ambito del Fondo europeo per la pesca (Feamp), ha analizzato gli elementi di innovazione ambientale ed economica per lo sviluppo e la promozione dell’ostricoltura regionale. Notevoli sia per le caratteristiche nutrizionali sia per la potenzialità di un prodotto fino a qualche anno fa prevalentemente di importazione. Va ricordato che le ostriche fanno bene all’ambiente perché, essendo dotate di guscio calcareo, crescendo assorbono anidride carbonica dal mare, riducendo l'impatto delle emissioni climalteranti.
I risultati dello studio sono stati presentati nell’ambito di un evento tenutosi mercoledì 5 aprile a Goro, a cui ha preso parte anche il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna Vadis Paesanti.
“Oggi qui a Goro abbiamo presentato due nuove varietà di ostriche. L’acquacoltura intelligente ed ecosostenibile è uno dei pilastri dei nostri interventi - ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca, Alessio Mammi - con grandi potenzialità̀ per ridurre la dipendenza dalle importazioni e sbocchi occupazionali nelle zone rurali. È un settore che sta crescendo e che vogliamo sostenere, valorizzando questa produzione locale: in Italia ogni anno vengono consumate 10 mila tonnellate di ostriche, quasi tutte di importazione. Ancora una volta quindi si conferma l’importanza degli investimenti in ricerca e innovazione”.
Una delle ostriche studiate, la Golden oyster, ha il guscio di colore giallo-oro che la rende molto accattivante sul mercato. Visti i risultati è stato isolato un secondo tipo cromatico – Black -, entrato in produzione nel 2022.
La produzione di ostriche dai tratti originali e facilmente distinguibili sul mercato rappresenta un’azione valorizzante del territorio, dal momento che non solo sono allevate in un’area ben precisa, ma sono le uniche completamente italiane nel panorama nazionale. L’allevamento nella Sacca di Goro si distingue infatti perché utilizza seme di ostrica prodotto localmente e non acquistato dalla Francia. Inoltre, le tecniche messe a punto permettono una migliore resa nutrizionale e le ostriche contengono acidi grassi insaturi omega-3, che svolgono un'azione preventiva per patologie cardiovascolari e metaboliche diffuse.
Sono poi state studiate le opportunità economiche per le imprese ittiche derivanti dalla diversificazione della produzione di questi molluschi rispetto alla mitilicoltura.
PESCA E ACQUACOLTURA IN EMILIA-ROMAGNA
L’acquacoltura e la pesca rappresentano una parte importante del comparto agricolo dell’Emilia-Romagna, con oltre 1870 imprese. La maggioranza è nell’area di Goro con 1089 imprese, mentre a Comacchio ve ne sono 643. Complessivamente gli addetti in queste due aree sono 1142. Nel 2020 i dati sul quantitativo di pescato proveniente dall’area di Goro e immesso nei mercati ittici all’ingrosso è di 115 quintali solo per i molluschi, su di un totale di 9867 che comprende anche crostacei e pesci. Il valore complessivo è di oltre 2,5 milioni di euro per il comparto. Il valore delle esportazioni ammonta a 22 milioni 900 mila euro nel 2020, con un calo del 9% rispetto all’anno precedente, dovuto anche al periodo della pandemia Covid.
Nella foto (tratta dal profilo Facebook dell’assessore Mammi), l’assessore regionale Mammi con (a destra) l’allevatore di ostriche Laurent Sitterlin della cooperativa Sant’Antonio di Gorino e il vicepresidente regionale di Fedagripesca Paesanti.