Perplessità e critiche ai Decreti Aiuti Bis e Ter da parte di Confcooperative Romagna che solleva alcune questioni sulle scelte per far fronte al caro bollette.
I Decreti contengono misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali, ma è soprattutto sui sostegni contro il caro energia che si appunta l’attenzione della centrale cooperativa romagnola.
“Le norme in discussione prevedono i sostegni più sostanziosi alle imprese energivore inquadrate come tali dal codice Ateco – precisa il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri (nella foto) – È un grande problema per le nostre aziende dell’agroalimentare che non rientrano in questo codice del sistema di classificazione settoriale, pur essendo grandi consumatrici di energia al pari delle altre”.
La richiesta che parte da Confcooperative Romagna è dunque quella di tenere conto dei consumi effettivi e non di una appartenenza “Ateco” che non fotografa la grave situazione in cui si trovano ad operare grandi cooperative attive sul territorio romagnolo.
“Sono importanti realtà dell’ortofrutta, dell’avicoltura e della viticoltura – prosegue Neri - che stanno affrontando maxi bollette in quanto grandi consumatori di energia. Non includerle completamente dai sostegni per le imprese energivore è sbagliato e chiediamo al Governo una soluzione che tenga conto di questa realtà”.
Sul Decreto aiuti bis viene sollevata anche una seconda questione legata al mancato accoglimento di alcuni specifici emendamenti per il Terzo Settore. “Non sono previsti significativi sostegni contro il caro energia per le realtà non profit del Terzo settore – sottolinea il presidente di Confcooperative Romagna -. Abbiamo più volte sostenuto l’importanza di queste attività socio-assistenziali volte alle persone più deboli; penso, per esempio, alle case di riposo per anziani. Sono realtà che al pari delle imprese profit soffrono pesantemente il caro energia e potrebbero letteralmente rischiare di soccombere. Chiediamo che si ponga riparo a questa mancanza, riconoscendo nei fatti al no profit il ruolo di cura per i più fragili e il suo valore inclusivo”.
Neri, infine, torna sul tema del lavoro e, in particolare, sull’emergenza costituita dalla mancanza di manodopera che colpisce diversi settori della cooperazione anche in Romagna. “Siamo di fronte a una crisi del lavoro per mancanza di lavoratori con risvolti economici e sociali inimmaginabili solo pochi anni fa. Per questo come Confcooperative Romagna proponiamo un vero e proprio ‘Progetto per il lavoro’ che affronti la situazione in maniera articolata. Una parte del problema può essere risolto con un’adeguata gestione dei flussi migratori. Accogliere gli immigrati partecipando ai bandi che vengono emessi dalle Prefetture non esaurisce il problema né tanto meno lo risolve; è necessario prevedere oltre all’accoglienza anche la formazione come strumento di integrazione ed inserimento nel mondo del lavoro in collaborazione con le aziende. Una proposta su cui lavorare che Confcooperative Romagna lancia ai candidati di tutte le forze politiche e al nuovo Governo”.
Neri conclude con un appello ad andare a votare rivolto a tutti i cooperatori, sollecitati a esercitare uno dei fondamentali diritti/doveri del cittadino.