Un punto di riferimento non solo per la Romagna, ma anche per tutta la regione, con una crescita che sta toccando livelli nazionali e internazionali, come testimoniato dalle visite di tanti turisti stranieri. Nelle scorse settimane, la CAB - Cooperativa Agricola Brisighellese, specializzata nella produzione dell’olio extravergine di oliva, ha raggiunto l’importante traguardo dei 60 anni di attività e non sembra voler arrestare il proprio percorso di sviluppo.
“Per noi questo è sicuramente un buon momento e siamo molto soddisfatti del percorso che stiamo facendo” racconta il presidente Sergio Spada (nella foto), presidente della cooperativa dal 2013. “La clientela italiana ci conosce già da tempo, mentre nell’ultimo periodo ci stiamo rivolgendo sempre di più al turismo europeo. Sono infatti sempre più numerose le persone che vengono a trovarci dalla Francia, dalla Germania e dell’Olanda. Non a caso, stiamo lavorando ad un progetto insieme a Nomisma e all’Università di Bologna che prevede in futuro il lancio di un prodotto DOP certificato a livello europeo”.
L’obiettivo è quello di farsi conoscere sempre di più, puntando molto sulla comunicazione oltre che su un prodotto di grande qualità.
“Nonostante il numero di soci sia di poco superiore ai 300, la nostra resta una piccola cooperativa in cui le risorse economiche sono limitate. Siamo soliti fare azioni semplici ma continue nel tempo, come appunto realizzare un olio extravergine di oliva di qualità, sempre più apprezzato. Per far sì che sempre più persone lo vengano a conoscere in tutte le sue declinazioni è comunque fondamentale lavorare molto a livello di immagine e di comunicazione. L’aiuto della Regione Emilia-Romagna in tal senso è stato ad esempio molto importante perché ci ha permesso negli ultimi anni di diffondere la conoscenza del prodotto. Fino a qualche tempo fa molti clienti venivano da noi dicendoci che non pensavano che nei nostri territori si producesse olio extravergine”.
Quanto ha influenzato in tal senso l’operazione di rebranding del marchio e della sua immagine coordinata che avete eseguito due anni fa?
“È stato sicuramente importante. Era un progetto che doveva essere fatto prima dello scoppio della pandemia, ma che è stato inevitabilmente rinviato. Il nostro obiettivo era quello di rendere moderno e attuale il nome e il marchio della nostra cooperativa, associandolo ulteriormente con il nome della nostra città di appartenenza. Ecco il motivo del nome “Terra Di Brisighella”. In aggiunta, oltre a continuare i processi per rendere l’olio di qualità sempre più elevata, abbiamo deciso anche di migliorare il suo packaging, per permettere ad esempio una conservazione maggiore senza che vengano intaccate le sue proprietà più importanti”.
Ha menzionato lo scoppio della pandemia. Quanto vi ha influenzato a livello produttivo ed economico?
“Lo scoppio della pandemia è stato per noi un duro colpo, soprattutto da un punto di vista economico. Quando c’è stata la zona arancione, ad esempio, il comune di Brisighella non poteva più essere visitato da persone provenienti dal suo esterno, motivo per cui abbiamo deciso di chiudere il punto vendita, in centro storico, per 3 mesi nel periodo 2020-2021 e altri 5 mesi tra il 2021-2022. Nei periodi estivi abbiamo sempre avuto risposte importanti, mentre molto ha fatto anche la vendita online, attraverso il nostro sito e-commerce. Anche in questo caso la comunicazione si è rivelata un’arma vincente”.
Nell’ultimo periodo, l’intero settore agricolo è stato colpito duramente dallo scoppio della guerra in Ucraina e dall’aumento del costo delle materie prime.
“La nostra realtà non è stata toccata dallo scoppio della guerra, se non da un punto di vista emotivo e quindi personale. Diverso invece è l’aumento del prezzo delle materie prime, tema che abbiamo risentito soprattutto nell’approvvigionamento dei materiali, come il confezionamento delle bottiglie. C’è stato un aumento dei prezzi e una consegna centellinata del prodotto ma che, alla fine, ci ha causato prettamente più difficoltà a livello logistico che da un punto di vista economico”.
Per quanto riguarda invece l’aumento del costo del gas e dell’energia elettrica?
Abbiamo riscontrato anche in questo caso un costo quasi raddoppiato. La nostra fortuna è quella di aver investito nel 2011 sull’energia rinnovabile con pannelli fotovoltaici che ricoprono oltre il 65% dei tetti dei nostri edifici. Questo ci ha permesso di risparmiare molte risorse, facendoci capire di essere sulla strada giusta. Non a caso abbiamo in cantiere altri progetti che vedono l’utilizzo delle pompe di calore e una progressiva eliminazione dell’uso del metano nei nostri magazzini”.
Possiamo dire che una delle vostre chiavi per il successo sia quella di saper essere lungimiranti e di anticipare così i tempi?
“Potrebbe esserlo. Ricordo ancora quando Franco Spada, riconosciuto come il padre dell’Olio di Brisighella, decise di coinvolgere le diverse realtà del territorio dando vita alla prima produzione del famoso olio “Brisighello” nel 1975. Oltre alla sua conoscenza del prodotto, una delle sue capacità più importanti è stata quella di aver coinvolto in maniera importante nel progetto tutti gli attori protagonisti della città, come ad esempio gli stessi ristoratori. Da quel momento sono già passati 60 anni che andremo sicuramente a celebrare verso la fine dell’estate”.