Nell’ultimo decennio la cooperazione sociale modenese ha conseguito ottimi risultati, riuscendo non solo a limitare l’impatto economico della pandemia, ma anche a creare nuova occupazione.
Lo certifica una ricerca realizzata per Confcooperative Modena dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna in occasione del 30° anniversario della legge 381/1991 che ha istituito le cooperative sociali.
Tra il 2011 e 2020 le cooperative sociali mostrano un tasso di incremento quasi doppio rispetto alle altre società di capitali. Nello specifico, se si pone uguale a 100 il valore del fatturato del 2011, la cooperazione sociale modenese targata Confcooperative nel 2020 raggiunge quota 153, contro il 123 del resto delle imprese.
Secondo l’albo delle cooperative detenuto dal Ministero dello Sviluppo economico, le cooperative sociali con sede legale in provincia di Modena sono 138, mentre quelle effettivamente attive che hanno depositato i dati di bilancio in almeno uno degli ultimi due anni risultano essere 110.
Il fatturato complessivo della cooperazione sociale modenese supera i 300 milioni di euro, mentre l’occupazione conta oltre 7.200 addetti. Le società aderenti a Confcooperative incidono per il 46% in termini di cooperative, hanno il 50% degli addetti e raggiungono il 58% del fatturato.
Anche nell’ultimo anno la cooperazione sociale di Confcooperative Modena mostra una miglior dinamica rispetto alle imprese operanti in altri settori, confermando la sua natura anticiclica.
Il fatturato complessivo delle 51 cooperative aderenti è stato di 173 milioni di euro (-3,7%), a fronte di un calo dell’8% delle società di capitali.
L’occupazione è addirittura cresciuta del 5%, confermando l’identità cooperativa che antepone gli interessi dei soci e lavoratori ai risultati economici. Oggi gli addetti sono 3.600 (350 i lavoratori svantaggiati); le donne rappresentano il 73%, mentre il 72% sono anche soci della cooperativa per la quale lavorano.
Il 36% degli occupati ha meno di 35 anni, il 27% è over 50. Il 38% degli occupati è laureato, il 44% diplomato. Il 76% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato, il 32% è inquadrato come impiegato, il 67% come operaio e il restante 1% ha un ruolo di vertice, quadro o dirigente.
Sono 227 le persone che compongono i consigli di amministrazione delle cooperative osservate. Per quanto riguarda il differenziale tra il reddito massimo e quello minimo percepito all’interno della stessa cooperativa, in oltre la metà delle cooperative il reddito massimo non supera di oltre due volte quello minimo.