#COOPERATRICI / MARIA, UNA VITA PER IL CINEMA

#COOPERATRICI / MARIA, UNA VITA PER IL CINEMA

Nuovo appuntamento con le storie di donne impegnate nel mondo della cooperazione. Intervista a Maria Martinelli della cooperativa Start Cinema di Ravenna.

venerdì 18 giugno 2021

“A volte mi sento molto fortunata. Faccio il lavoro che ho sempre sognato di svolgere sin da giovane. È un qualcosa che ti gratifica e nello stesso tempo ti spinge a cercare di andare sempre oltre i tuoi limiti”.

 

Sono le parole di Maria Martinelli, socia e amministratrice delegata della cooperativa Start Cinema di Ravenna, che si occupa di cinema a 360° gradi, dalla produzione alla formazione, passando per la promozione e la distribuzione del film.

 

Il suo amore verso la Settima Arte (così è stata definita la cinematografia) scoppia sin da giovane e indirizza il suo percorso formativo. Sono gli anni in cui trascorre le sue giornate non in Università ma direttamente sul campo, apprendendo i segreti del mestiere dai professionisti del settore.

 

“Mi considero una totale autodidatta, in quanto all’epoca non c’erano scuole specializzate come possono esserci ora, se non forse quella del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ho frequentato tanti master e, soprattutto, ho lavorato molto sul campo, svolgendo tutte le mansioni possibili nell’ambito cinematografico, prima di trovare definitivamente la mia strada”. Che poi si è rivelata essere quella della regia e della produzione. Si tratta di lavori particolarmente complessi ma molto stimolanti che le permettono - come specifica - “di poter sviluppare i propri progetti e di dar vita alle idee degli altri, soprattutto nell’ultimo periodo, con il ruolo di produttrice che mi sta particolarmente coinvolgendo”.

 

La qualità dei lavori di Maria, specializzata prettamente nella realizzazione di film e documentari, è stata riconosciuta dalle innumerevole partecipazioni ai più importanti Festival del Cinema Internazionali. Nel corso della sua carriera ha presentato le proprie opere a Venezia con “Lachrymae”, a Bellaria Igea Marina con “L’Amore che fugge” e a Philadelphia con il reportage-documentario “Gladiatori”. Alcuni dei suoi lavori sono stati inoltre trasmessi, anche in forma seriale, in televisione sui canali Fox Life, Rai 3 e TV2000.

 

“Quando ripenso al Festival del Cinema di Venezia, mi viene in mente la grande dote di inconsapevolezza che avevo. Era il 1999 e di fatto ha rappresentato il mio primo appuntamento di rilievo nella mia carriera cinematografica. Nel mio percorso ho sempre cercato di provare nuove sfide, anche perché il nostro è un settore in continua evoluzione, dove è difficile rimanere al passo”.

 

L’esempio più grande è arrivato nell’ultimo periodo con lo scoppio della pandemia del Covid-19 che ha colpito duramente il settore dello spettacolo, compreso quello del cinema.

 

“La nostra cooperativa ha avuto una perdita di bilancio pari al 30%, anche se la nostra attività non si è mai di fatto fermata, in quanto abbiamo comunque potuto lavorare, puntando molto sull’online. Peggio, purtroppo, è andata ai gestori di sale cinematografiche, i cui danni derivati dalle diverse chiusure sono stati ingenti”.

 

In attesa di avere un proprio cinema aperto tutto l’anno a Ravenna - “sarebbe un sogno poter decidere la programmazione, con eventi e serate a tema” - la cooperativa Start Cinema è impegnata nella gestione delle arene estive di Imola, la cui collaborazione ha raggiunto l’ottavo anno, e di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, novità assoluta del 2021. Inoltre ha ideato e organizza il festival internazionale, Ravenna Nightmare Festival, che compie vent’anni il prossimo anno e realizza corsi di formazione finanziati dalle Regione sulle figure dei professionisti del cinema.

 

“La nostra realtà è una mosca bianca all’interno del mondo cinematografico italiano, perché siamo una cooperativa in un panorama fatto di associazioni e società. Per noi è un vanto, perché è giusto che il cinema venga sviluppato a livello imprenditoriale, così come avviene già in molti Stati europei. Siamo soddisfatti del percorso che abbiamo fatto e stiamo facendo”.

 

Quando l’argomento si sposta sul ruolo della donna nel mondo del cinema, e in particolare modo sulla figura della regista, Maria ha le idee particolarmente chiare.

 

“Sono fortunata a lavorare in una cooperativa dove il tema dell’inclusione è particolarmente sentito e il clima che si respira è davvero ottimo. Il mondo esterno del cinema è prettamente maschile, motivo per cui rappresenta la normalità il fatto che una donna regista incontri delle difficoltà. A me è purtroppo successo ed è particolarmente spiacevole, anche perché vieni guardata come se non fossi sufficientemente preparata, cosa che invece non corrisponde alla realtà dei fatti. Non è un caso che non ci siano molte registe donne in circolazione e che il primo Oscar alla Regia vinto da una donna sia arrivato solo nel 2010 con Kathryn Bigelow per “The Hurt Locker”

 

Mentre nel tempo libero non smette di continuare a studiare il cinema; Denis Villeneuve, Christopher Nolan e Ridley Scott, Luchino Visconti, i suoi registi preferiti, Maria riesce a trovare il tempo per stare insieme alla propria famiglia. “Sono dell’idea che si riesca sempre a fare tutto, cercando di coinvolgere in quello che fai anche le persone a te più care. Non a caso ho sempre portato mio figlio con me, quando era possibile. Per me è importante che imparino quello che fai, non quello che dici”.

 

A cura dell'ufficio stampa e comunicazione di Confcooperative Emilia Romagna.