Aveva un percorso professionale già segnato e garantito. Studi universitari in Architettura con laurea al Politecnico di Milano, affiancamento nell’attività del padre all’interno dello studio professionale ben presente in città, un futuro e naturale passaggio di consegne per portare avanti il lavoro. “Eppure quel che facevo non mi appassionava, ho sempre amato l'arte, l'architettura, la storia e in genere la cultura, che per me è fonte di ispirazione, e volevo farne un lavoro”.
Lei è Jessica Lavelli, 47 anni da Piacenza, socia fondatrice e presidente di CoolTour, cooperativa culturale con sede a Bobbio e operativa in tutto il territorio provinciale piacentino. Fondata 15 anni fa proprio nello splendido borgo dell’Alta Val Trebbia, CoolTour oggi conta 12 soci lavoratori (di cui 9 donne) coadiuvati da un’importante rete di collaboratori e gestisce musei e servizi culturali tra Bobbio e Piacenza. “La nostra svolta è arrivata nel 2018 quando abbiamo allargato la base sociale avviando un’importante collaborazione con la Diocesi di Piacenza – Bobbio per la gestione del Museo della Cattedrale di Piacenza e la valorizzazione di tutto il patrimonio culturale ecclesiastico” racconta Jessica. Travolta dal Covid che ha chiuso musei e beni culturali dalla fruizione fisica del pubblico per mesi e mesi, CoolTour ha reagito con tenacia e maturità, affrontando nuove sfide e specializzandosi nella digitalizzazione di molti suoi servizi, anche con un progetto dedicato alle scuole che è stato selezionato nell’ambito del bando Talents4coop di Confcooperative Emilia Romagna.
Tornando a lei, alla protagonista di questa puntata della rubrica #COOPERATRICI, a determinare il cambio di passo nella sua vita professionale (e non solo) è stata la richiesta arrivatale poco dopo i 30 anni. “Lavoravo ancora nello studio professionale di mio padre, ma capivo che quella non era la mia strada, che non sarei mai diventata Renzo Piano e avrei sprecato ore su autocad a riposizionare divani e cucine e ad allargare o stringere muri e finestre. Ancora non mi si era presentata l’occasione per spiccare il volo” ricorda Jessica. Quell’occasione arriva quando la sua migliore amica le chiede di diventare socia di una nuova cooperativa che stava fondando a Bobbio. “Insieme ad un’altra collega – continua Jessica - dovevano costituire una cooperativa così da poter partecipare all’appalto per la gestione del Museo civico di Bobbio. Mancava il terzo socio e così hanno pensato a me, una ragazza appassionata di cultura, affidabile e amante di Bobbio (che già conoscevo bene perché ho nel borgo, fin dall'adolescenza, una seconda casa di villeggiatura). Avrei sicuramente potuto dare una mano al progetto anche se solo con una collaborazione esterna e parziale. Almeno così pensavamo tutte…”. Jessica non ci pensa due volte, dice di sì e da lì inizia tutto, “perché oggi, 15 anni dopo, io sono l’unica delle tre socie fondatrici rimaste in cooperativa, in quanto le altre hanno fatto nel tempo scelte professionali e di vita diverse”.
Negli ultimi anni sono arrivati anche i figli, due maschietti che le hanno fatto vivere l’esperienza materna sperimentando da vicino “l’importanza di lavorare in una cooperativa che ti consente anche di conciliare la vita di mamma con quella di professionista e lavoratrice”.
A proposito di cooperativa, Jessica Lavelli è una che in questa forma di impresa e nei suoi valori ci ha sempre creduto. “Lavorare in squadra, mettere in rete le persone, cooperare per il bene di tutti, tutto ciò mi ha sempre appassionato – sottolinea – così come l’importanza di arrivare ad una sintesi e prendersi delle responsabilità. La cooperazione per noi è stata una scelta obbligata anche in termini di trasparenza, troppo spesso nell’ambito culturale fioriscono associazioni che non essendo imprese svolgono le proprie attività al limite della legalità”.
E tra i valori cooperativi ai quali Jessica Lavelli tiene di più, c’è anche quello dell’intergenerazionalità. “Tra due settimane scade il mandato triennale del nostro Cda, ho deciso di ricandidarmi come consigliere, e, nel caso, anche di accettare nuovamente l'incarico di presidente, ma vorrei che fosse il mio ultimo mandato, al termine del quale dopo oltre quindici anni è bene che passi il testimone”. Nessuna fuga da CoolTour, anzi: “Voglio solo tornare a fare ciò che più mi stimola e mi appaga: seguire i progetti di didattica museale e ambientale con le scuole e le famiglie, principalmente a Bobbio (“un luogo dove respirare a pieni polmoni aria buona e gustarsi le bellezze architettoniche e culturali”), lasciando alle nuove leve la parte burocratica, gestionale e di rappresentanza”. Proprio come accade per i figli a cui si insegna la strada perché possano poi percorrerla individualmente con libertà e serenità, così vorrei che fosse per CoolTour, una cooperativa patrimonio dei soci e mai del singolo.
A cura dell’ufficio stampa e comunicazione di Confcooperative Emilia Romagna