Come Forum del Terzo Settore Emilia Romagna riteniamo necessario manifestare la nostra grande preoccupazione e avanzare proposte per contribuire ad affrontare la situazione di difficoltà e di grande preoccupazione nella quale versano tante famiglie, cittadini, lavoratori e imprese.
Cosa succederà quando le persone non potranno più contare sugli ammortizzatori attivati durante la pandemia, assieme a chi, già da ora, non ha potuto contare su sostegni adeguati?
I lavoratori che rischiano di perdere il lavoro, quelli precari, chi ha un lavoro sommerso o autonomo che non vedono prospettive per il loro futuro, il tutto acuito dalla crescita delle disuguaglianze, che colpiscono particolarmente le donne e i minori, tutti questi fattori messi assieme non rischiano di trasformarsi in una profonda frattura sociale? Una frattura prima di tutto iniqua e non tollerabile ma che può diventare una miscela sociale esplosiva in Italia e in Europa. Un conflitto regressivo fra “garantiti e non garantiti”, giovani e anziani, lavoratori pubblici e privati, nord e sud che, a sua volta, può coinvolgere gli stessi livelli istituzionali.
Come vediamo, sono già in atto, sostenuti da chi soffia sul fuoco, i primi tentativi di blocchi stradali e lo stesso Fondo Monetario riconosce che durante la pandemia sono aumentate le disuguaglianze fino a proporre di alzare le tasse ai più i ricchi, abbassandole, nel contempo, ai più poveri. L’incremento delle disuguaglianze ci preoccupa e del resto quando una crisi conclude la sua parte più cruenta, come è già successo un secolo fa nel nostro Paese, il dopo può essere peggiore della stessa crisi.
Per queste ragioni pensiamo che sarebbe necessario dare un chiaro segnale alla parte più fragile della popolazione che coinvolga tutti.
Servono risorse e noi pensiamo che la parte economicamente più forte della popolazione, attraverso gli strumenti più equi, adeguati ed efficaci, dovrebbe essere chiamata a contribuire, con una parte della propria ricchezza e del proprio reddito, a sostenere chi fa più fatica e vede un futuro senza speranza. Così come andrebbero incentivati tutti i contributi e le donazioni volontarie a sostegno delle persone più marginali, fragili e disagiate.
Sappiamo bene che servono riforme capaci di rendere il sistema più equo e in grado di abbattere un’evasione fiscale che continua a essere uno schiaffo per chi paga regolarmente le tasse. Così come si deve superare una frammentazione del lavoro e delle tutele individuali e collettive ormai insostenibile. L’Istat ci dice che il divario fra garantiti e non garantiti è attenuato dal fatto che nelle famiglie si riscontrano spesso queste due situazioni e così si affrontano i problemi; ma noi vediamo che tra le persone che incontriamo ogni giorno nelle attività di volontariato, promozione e cooperazione sociale, è sempre meno vero.
È per tutte queste motivazioni che riteniamo necessario che, da tutto il Parlamento e dal Governo, di fianco a quanto di positivo è stato fatto, si manifesti una formale presa in carico del problema con una forte iniziativa politica e proposte chiare e soprattutto immediate, che, come è già avvenuto nel recente passato, mobiliti tutti, a partire dai nostri rappresentanti istituzionali, non solo per evitare un lacerante e regressivo conflitto sociale ma per una nuova e collettiva “responsabilità sociale”. Una responsabilità che contrasti le pratiche “furbesche” tipiche del nostro Paese, promuovendo rigore nei controlli e stigma sociale nei confronti di chi evade, perché chi si approfitta oggi della situazione, è molto più colpevole e questo è il momento di ribadirlo con ancora più forza. Una nuova coscienza civile dove ognuno contribuisce in base alle proprie possibilità per uscirne insieme ed entrare nel tempo nuovo che la stessa crisi ci impone di affrontare. “Nessuno si salva da solo”!
Per il Coordinamento Forum Terzo Settore Emilia Romagna
il Portavoce Fausto Viviani
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