È stata firmata ieri sera dal presidente Stefano Bonaccini l’ordinanza con cui la Regione Emilia-Romagna, d’intesa con i sindaci e sulla base dei dati forniti dalle Aziende sanitarie, ha stabilito l’ingresso in fascia rossa, a partire da oggi, 4 marzo, e fino al 21 marzo, di tutti i Comuni della Città metropolitana di Bologna e della Provincia di Modena e la zona arancione scuro per quelli della Provincia di Reggio Emilia.
Confermate tutte le misure restrittive annunciate per contenere la curva epidemiologica, con un chiarimento resosi necessario dopo l’approvazione martedì del nuovo Dpcm, che sarà in vigore dal 6 marzo. L’ordinanza regionale farà partire la sospensione di nidi e materne (sia statali che comunali) dal 6 marzo, così come la chiusura delle attività di servizi alla persona come parrucchieri e barbieri, lo stesso che prevede il nuovo Dpcm per le zone rosse in tutto il Paese. Si tratta infatti di attività che, sempre nelle zone rosse, l’attuale Dpcm, valido fino al 5 marzo, prevedeva dovessero rimanere aperte. Di fatto, quindi, nei comuni della Città metropolitana di Bologna e in quelli della provincia di Modena, parrucchieri e barbieri saranno chiusi da sabato 6, nidi e materne da lunedì 8 marzo.
Regione e sindaci hanno così ritenuto di dover essere coerenti con la nuova disposizione nazionale.
“È assolutamente necessario contrastare e circoscrivere il contagio con misure restrittive e tempestive, in assenza delle quali la curva epidemica continuerebbe a crescere anche in zona arancione – ha detto Bonaccini -. Nelle due province che con l’ordinanza faremo diventare rosse, l’Rt è già sopra l’1,25, e le strutture ospedaliere, dove peraltro già dalla scorsa estate abbiamo triplicato le terapie intensive e fortemente potenziato i reparti Covid, sono in sofferenza”.
Il presidente si è poi soffermato sulla decisione di sospendere l’attività scolastica in presenza: “È la scelta più difficile. Ma le stesse misure del nuovo Dpcm nazionale e il parere del Cts indicano come sia indispensabile intervenire anche nelle scuole: il nuovo Decreto firmato dal presidente Draghi prevede infatti la sospensione di tutte le attività scolastiche in presenza non solo in zona rossa, ma anche nelle zone arancioni se il numero di contagi supera i 250 su 100.000 abitanti, e comunque là dove la tendenza sia in forte crescita”.
Bonaccini ha poi ribadito la necessità di un aumento delle forniture vaccinali, dopo i mesi di febbraio e marzo trascorsi a ritmo di tagli.
IL QUADRO EPIDEMIOLOGICO
Il quadro epidemiologico evidenzia come la mutazione genetica del virus, soprattutto la cosiddetta variante inglese, abbia assunto una consistenza molto elevata su tutto il territorio regionale, in particolare nelle tre province interessate dal nuovo provvedimento, traducendosi in una maggiore diffusività e contagiosità.
Negli ultimi 15 giorni in Emilia-Romagna si sono registrati 423 decessi e 24.878 nuovi casi, con l’incidenza (cioè numero di contagi su 100mila abitanti) passata da 255 nella settimana dal 15 al 21 febbraio a 341 in quella successiva, con un forte impatto sui ricoveri, sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. I primi hanno raggiunto il livello di guardia del 40%, mentre le terapie intensive lo hanno addirittura superato (sarebbe del 30%), posizionandosi al 32%.
Per le province di Bologna e Modena, in particolare, dal 22 al 28 febbraio i casi su 100mila abitanti sono stati rispettivamente 425 e 377. Situazione ricoveri: I posti letto occupati nei reparti Covid sono passati a Modena da 272 a 358 nell’ultima settimana e a Bologna da 477 a 641; situazione vicinissima al livello di saturazione anche per le terapie intensive Covid in entrambe le reti ospedaliere: a Modena sono 47 i pazienti ricoverati su 52 posti disponibili, e a Bologna 80 su 85.
La situazione è di particolare diffusività anche per ciò che riguarda la popolazione scolastica, con un numero di contagi tra studenti, altro personale e docenti che ha registrato una vera e propria impennata, in particolare a Bologna e a Modena, rispettivamente 957 e 502 casi nelle ultime due settimane. Scuola che ha visto la Regione attenta: oltre a continuare a testare con i test rapidi gratuiti in farmacia, è stata condotta una forte azione di contact tracing, con 226.978 tamponi molecolari e 65.372 test sierologici effettuati finora in ambito scolastico.
LA CAMPAGNA VACCINALE
Per marzo ne sono attese complessivamente 513.950 dosi di vaccino.
Ad oggi l’Emilia-Romagna ha ricevuto 559.350 dosi di vaccino e ne ha somministrate 409.940, il 73%. 142.018 sono le persone che hanno già completato il ciclo di immunizzazione, circa il 10% di coloro che lo hanno completato a livello nazionale.
Delle 77mila dosi di AstraZeneca, 50 mila sono state consegnate ai medici di base per la vaccinazione del personale scolastico. Nel frattempo, le Ausl hanno iniziato a somministrare il vaccino AstraZeneca nei Centri diurni per persone con disabilità e forze dell’ordine. Seguiranno le altre categorie, come popolazione universitaria e persone con patologie lievi. 8.459 le somministrazioni a oggi con AstraZeneca, suddivise tra quelle al personale scolastico, forze dell’ordine e disabili.
Come da indicazioni del Governo e della struttura commissariale, che ritengono fondamentale conservare una quota dei vaccini come riserva per assicurare la seconda dose in caso di ritardo delle forniture, la Regione mantiene una scorta di 72.000 vaccini, circa il 15% di quelli consegnati, vale a dire la quota minima di riserva consigliata dal Governo. Di fatto, quindi, in Emilia-Romagna si stanno facendo tutti i vaccini possibili sulla base delle dosi fornite al momento.
LA ZONA ROSSA NEL BOLOGNESE E MODENESE
Le principali restrizioni che verranno introdotte in zona rossa (quindi per l’area metropolitana di Bologna e per la provincia di Modena), in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole, dalle elementari all’Università (nel Bolognese già prevista da ieri) e lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie. Sempre per le zone rosse, come stabilisce il nuovo Dpcm del Governo, è prevista la chiusura dei servizi per l’infanzia. La sospensione dell’attività in presenza per quanto riguarda nidi e materne (sia statali che comunali) decorre dal 6 marzo. Stessa cosa per la chiusura delle attività di servizi alla persona (parrucchieri e barbieri).
LA ZONA ARANCIONE SCURO NEL REGGIANO
Per quanto riguarda la zona arancione scuro in cui viene collocata anche la provincia di Reggio Emilia, dopo i comuni della Ausl Romagna a eccezione del distretto di Forlì, e quindi quelli delle province di Rimini, Ravenna e del Cesenate, le limitazioni principali riguardano: lo stop agli spostamenti - se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità - anche all’interno del proprio comune, e il divieto di recarsi da parenti, amici e nelle seconde case; la chiusura delle attività ricreative e una stretta alle attività sportive, oltre alla didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado e le Università. In presenza servizi educativi 0-3 anni e scuole dell’infanzia. In questa area rimangono invece consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.