COVID, CONFCOOP SANITÀ ER: PIÙ RISORSE PER CURE PRIMARIE

COVID, CONFCOOP SANITÀ ER: PIÙ RISORSE PER CURE PRIMARIE

Oltre il 95% dei pazienti positivi si trova a casa. Va esteso il modello sperimentato dall’Ausl di Reggio Emilia.

venerdì 8 gennaio 2021

“Non è possibile contrastare efficacemente il Covid-19 senza adeguati investimenti nelle cure primarie che coinvolgano i Medici di medicina generale e la Continuità assistenziale. Attualmente su 571.000 pazienti Covid-positivi in Italia, oltre il 95% viene assistito solo a casa propria; è evidente come questo fronte del contrasto al virus rappresenti un filtro fondamentale per decongestionare gli ospedali e le terapie intensive, ma non abbia avuto un adeguato riconoscimento e un’adeguata attenzione da parte delle Istituzioni”.

Lo sottolinea il Dott. Euro Grassi, Presidente di Confcooperative Sanità Emilia Romagna, che interviene per chiedere un cambio di rotta alla Regione ed al Governo, a seguito degli ultimi provvedimenti adottati ed in vista del Recovery Plan.

“Anche il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore Istituto Mario Negri, ha confermato in un recente documento la necessità di agire ai primi sintomi Covid-19 curando a casa i pazienti con antinfiammatori (inibitori della ciclo-ossigenasi 2 o COX-2 inibitori), minimizzando il rischio di ricovero in ospedale” riferisce il Presidente di Confcooperative Sanità Emilia Romagna.    

Grassi ricorda l’esperienza avviata a marzo dall’AUSL di Reggio Emilia con gli ambulatori Covid per i sospetti Covid segnalati dai Medici curanti, gestiti dai Medici di medicina generale che - associati alle USCA per gli ammalati domiciliari Covid lievi o dimessi - hanno consentito una risposta territoriale diretta ai cittadini con esami rapidi, tampone, ecofast toracica, terapie anti-infiammatorie precoci e percorsi facilitati, senza dover ricorrere al Pronto Soccorso. “In questo modo - continua il Dott. Grassi - a Reggio Emilia è stato possibile ridurre da 6 a 1 giorno il tempo di diagnosi, mantenendo a casa solo nei mesi di marzo e aprile scorsi ben 7.000 pazienti, con una riduzione di accessi ai Pronto Soccorso (-30%) e di ricoveri, un alto numero di guariti (83,35%) e una letalità più bassa della media regionale (12% contro 15%), pur essendo  stata Reggio Emilia seconda per numero di contagiati dopo Bologna, e dopo Piacenza per percentuale di contagiati, quarta dopo Piacenza, Parma e Bologna per incidenza dei casi, senza alcun contagio del personale sanitario coinvolto. Inoltre, questa organizzazione ha permesso di mantenere aperti gli studi dei Medici di medicina generale per altre patologie, anziché costringerli a fare solo triage,  televisita e telemonitoraggio, e di effettuare il 100% dei test sierologici agli insegnanti ed i tamponi antigenici rapidi”.

“Quello sperimentato a Reggio Emilia si è rivelato un modello territoriale funzionante, con il coinvolgimento dei Medici di medicina generale, oltre 200 dei quali  organizzati in forma di medicine di gruppo o rete cooperativa - aggiunge il Presidente di Confcooperative Sanità Emilia Romagna -. Chiediamo che venga esteso ovunque in Italia, si facciano investimenti prioritari nelle cure primarie, collegandole organicamente in rete con ospedali e laboratori, anziché potenziare unicamente ospedali e terapie intensive, e che le società cooperative mediche vengano messe in condizioni fiscali e normative più agevolate per fornire a tutti i Medici di medicina generale e ai Pediatri di libera scelta, i fattori di produzione necessari al loro lavoro, perché non ci saranno mai posti letto o letti di terapia intensiva sufficienti senza  il filtro delle cure primarie”.

“Confcooperative Sanità Emilia Romagna - conclude il Dott. Euro Grassi - con le sue cooperative di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti, operatori socio-sanitari e mutualistiche, ha grandi possibilità progettuali e capacità operative per fornire i fattori produttivi ai Medici di medicina generale e ai Pediatri di libera scelta e, in vista della definizione del Recovery Plan, intende avviare un confronto con la Regione per proporre il proprio contributo costruttivo circa le proposte allegate (vedi allegato), anche al fine di supportare in maniera sussidiaria il Sistema Sanitario Regionale”.     

 

LOTTA AL COVID-19, RECOVERY PLAN E POTENZIAMENTO DELLE CURE PRIMARIE TERRITORIALI

LE PROPOSTE  DI  CONFCOOPERATIVE SANITÀ EMILIA ROMAGNA

 

-  Facilitare la fornitura di strutture per le medicine di gruppo e per attività centralizzate dei Medici di medicina generale, dei Pediatri di libera scelta e dei Medici di continuità assistenziale in medicina di rete (tramite le loro cooperative di servizio).

 

- Favorire la dotazione di due infermieri ed un collaboratore di studio per ogni Medico di medicina generale e Pediatra di libera scelta.

 

- Realizzare strutture intermedie distrettuali (ambulatori Covid–cronicità, Case della salute o di comunità con équipe interprofessionali, nonché Osco ed Hospice con Medici di medicina generale, personale infermieristico e socio-sanitario).

 

- Rendere deburocratizzate, smart ed on line tutte le prescrizioni e le certificazioni.

 

-  Omogeneizzare e far funzionare l’interoperatività fra i software gestionali dei Medici di medicina generale ed i sistemi informatici regionali.

 

-  Realizzare piattaforme territoriali con intelligenza artificiale per tele prenotazione-consultazione e televisita tipo Babylon-Ada, nonché piattaforme informatiche multiprofessionali aziendali per i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali della cronicità.

 

- Dotare i Medici di Medicina generale, di continuità assistenziale e Pediatri di libera scelta di strumenti informatici e diagnostici portatili di telemedicina connessi con gli specialisti ospedalieri di riferimento e con refertazione in tempo reale.

 

- Mettere in rete dal punto di vista informatico i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, nominandoli Responsabili esterni ex artt 4 e 28 GDPR privacy, con gli ospedali, i pronto soccorso, gli specialisti ed i laboratori di riferimento per garantire la continuità e l’integrazione  delle cure e dei percorsi assistenziali, evitando le duplicazioni degli esami e la medicina difensiva nei Pronto Soccorso.

 

- Realizzare una centrale aziendale o sovra aziendale per la continuità assistenziale H24 per attivare i Medici di continuità assistenziale, per le urgenze delle medicine di rete e di gruppo dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta, e per fornire  informazioni ai cittadini.

 

- Effettuare modifiche legislative e fiscali necessarie per defiscalizzare, decontribuire ed agevolare la fornitura dei fattori di produzione (strutture, personale, strumenti) ai Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta da parte delle loro cooperative di servizio, anche mediante collaborazioni con le cooperative socio-sanitarie e quelle farmaceutiche.   

 

Foto da Pexels.

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