Il 2020 è stato uno degli anni peggiori (se non il peggiore) per l'economia dell'Emilia-Romagna: i numeri del crollo causato dalla pandemia ormai sono assodati (il calo del Pil è superiore al 9%) e l'effetto dell'emergenza sui singoli settori produttivi accertato (-12,2% la produzione industriale, -7,6% il fatturato estero, -44% le presenze turistiche). Ora, a pochi giorni dalla fine dell'annus horribilis del Covid, gli analisti si cimentano nel difficile compito di fare delle previsioni su cosa potrà accadere nei prossimi mesi. Su una cosa, però, sono concordi: il sistema produttivo regionale ha gli anticorpi necessari per reagire alla crisi e sarà in grado di ripartire prima di altri territori, grazie a scelte strategiche che, rivendica l'assessore allo Sviluppo economico della Regione, Vincenzo Colla, la rendono "sexy" e attrattiva per gli investitori internazionali.
"A breve annunceremo un nuovo grande investimento dal mondo che arriva in regione. Altri ne arriveranno, dagli Usa, dalla Francia", anticipa Colla, chiudendo i lavori del webinar organizzato da Unioncamere Emilia-Romagna per la presentazione del consueto Rapporto sull’economia regionale. Del resto, anche i dati relativi agli ultimi trimestri testimoniano capacità di reazione: nel terzo trimestre, che coincide con l'estate e i mesi della riapertura, le imprese hanno recuperato fatturato, riducendo le perdite. "Segno di un'economia pronta a ripartire, che non ha mai spento i motori", testimonia il vicesegretario regionale di Unioncamere, Guido Caselli, che indica anche le filiere che in futuro avranno maggiori opportunità di crescita: cura e benessere della persona e, soprattutto, tecnologia.
L'accelerazione della trasformazione digitale sarà, infatti, uno degli effetti permanenti della pandemia, che si riverbererà anche sul mercato del lavoro: così se in nove mesi in Emilia-Romagna si sono registrati 41.000 occupati in meno, tra dicembre e febbraio 2021 le imprese prevedono 64.000 assunzioni. "Nel 22% dei casi si tratta di lavoro innovativo e creativo che finora non c'era", evidenzia Caselli. Un dato che fa il paio con le attese di ripresa del Pil, che nel 2021 dovrebbe tornare a crescere del 4,8%, secondo le stime di Unioncamere. Nel 2021 la crescita compenserà parzialmente la perdita subita sul fronte dell'occupazione (+0,9 %). Il sostegno all'occupazione conterrà nel tempo e nel livello gli effetti negativi della pandemia sul tasso di disoccupazione, che nel 2020 salirà al 6,2 % e nel 2021 dovrebbe giungere sino al 6,9%: per tornare sotto il 5% si dovrà attendere il 2023 secondo Nomisma che calcola per allora un tasso al 4,8%. L'istituto di ricerca, però, parla di "recupero incompleto", perché nemmeno per allora l'economia sarà tornata ai livelli del 2019, anche se Emilia-Romagna e Veneto saranno le regioni più vicine a raggiungere i livelli pre-crisi, grazie al traino degli investimenti (+8,8%, anche grazie ai fondi Ue) e dell'export (+7,4%). Una reattività che emerge anche dagli approfondimenti della Banca d'Italia. "Perché l'Emilia-Romagna uscirà prima e meglio dalla recessione? Perché qui c'è qualcosa che funziona: produttività più alta e un contesto, tra innovazione, istruzione, collegamento virtuoso tra le strutture dell'insegnamento e il modo produttivo che favorisce il risultato", certifica Maurizio Rocca, direttore della sede di Bologna di Bankitalia, ottimista anche sulla tenuta del sistema bancario.
"Il 2021 sarà un anno cruciale: scadranno le moratorie sui prestiti, una serie di barriere verranno meno. Tutto andrà gestito con gradualità, ma se l'andamento dei crediti deteriorati si manterrà sui livelli regionali, ce la dovremmo fare. Il sistema bancario sarà in grado di sostenere l'economia", assicura.
"Per fronteggiare la gravità del momento, abbiamo piena consapevolezza che le risposte non possono essere date singolarmente, ma raccordando e mettendo in rete il sistema delle istituzioni, condividendo obiettivi e suddividendo per compiti e funzioni le azioni e gli interventi. Di fronte a questa situazione, per molti versi drammatica, qualsiasi cosa si possa pensare di fare per contribuire a migliorarla, è necessario farla insieme", sprona il presidente regionale di Unioncamere, Alberto Zambianchi.
"Anche grazie ai vaccini, il 2021 segnerà l'inizio della ripresa. L'Emilia-Romagna ha già indicato la strada nel Patto per il Lavoro e per il Clima, con una strategia condivisa che punterà su green economy, digitale e saperi per creare lavoro di qualità. In questa direzione dal prossimo anno inizieremo a impiegare i fondi europei, in attesa del Next Generation EU", spiega Colla. "Ci aspetta la grande sfida della transizione e come Regione siamo pronti ad accompagnare il nostro tessuto economico e i lavoratori in questa impresa, impegnativa ma indispensabile, per un futuro migliore. Questa regione ha un ecosistema di imprese e competenze che lavorerà da subito per recuperare tutti i dati negativi sociali ed economici del 2020", conclude l’assessore.
Fonte: Dire