Nel pomeriggio di venerdì 18 dicembre il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministero della Salute Roberto Speranza, ha approvato un Decreto Legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus Covid-19.
Restano invariate le disposizioni già introdotte dal DL 158 del 2 dicembre 2020 (successivo al DPCM) in materia di spostamenti all’interno o per il territorio nazionale, nel periodo compreso tra il 21 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021.
Ecco le novità previste durante le festività natalizie.
Il 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020, e l’1, 2, 3, 5 e 6 gennaio (giorni festivi e prefestivi) tutta Italia sarà ZONA ROSSA.
Quindi i negozi al dettaglio sono chiusi, bar e ristoranti sono chiusi (consentito l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio). Non si può uscire di casa (se non per motivi di lavoro, salute o necessità).
C’è un’importante deroga: sarà consentito uscire di casa per trovare parenti e amici se le persone che si spostano non sono più di due, senza contare figli minori di 14 anni o persone disabili o non autosufficienti conviventi. Sarà possibile farlo una sola volta al giorno e verso una sola abitazione e sempre all’interno della stessa regione (rispettando gli orari del coprifuoco: 5-22).
Il 28, 29, 30 dicembre e il 4 gennaio (giorni feriali) l’Italia sarà invece ZONA ARANCIONE:
I negozi sono aperti; bar e ristoranti sono chiusi (consentito l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio); saranno consentiti solo gli spostamenti tra Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi Comuni. È vietato comunque recarsi nel capoluogo di provincia. Si può uscire da un Comune se la popolazione non supera i 5.000 abitanti e se il Comune dove ci si vuole spostare non è più lontano di 30 chilometri e non è un capoluogo di provincia.
Il decreto, infine, prevede lo stanziamento di 645 milioni di euro da destinare al ristoro immediato delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che vedranno un calo del fatturato a causa delle misure disposte a tutela della salute. Tali attività riceveranno un contributo pari a quello già ottenuto in seguito all’approvazione del cosiddetto “decreto rilancio” (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).