Se, in questo momento, ci fosse l’opportunità di entrare all’interno di un impianto sportivo, il grande protagonista sarebbe il silenzio. Gli ultimi DPCM volti a contrastare la pandemia da Covid-19, hanno di fatto determinato l’interruzione delle diverse attività al chiuso all’interno degli impianti sportivi.
Si tratta di una scelta che ha colpito da vicino, oltre agli utenti, anche le cooperative che si occupano della gestione degli impianti nonché gli utenti di tutte le età, fruitori abituali dei servizi erogati.
“La situazione dello sport in generale è molto difficile, perché si vive nell’incertezza, che al momento regna sovrana’’ commenta Marcello Campani, vicepresidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Emilia Romagna e presidente della cooperativa Heron con sede a Bagnolo in Piano (Reggio Emilia). “Tutto dipende inevitabilmente dall’evoluzione della lotta al Covid-19 ma, fino a che non avremo risposte certe su quando riaprire i servizi, avremo grandi difficoltà, sia da un punto di vista economico che socio-educativo per le migliaia di ragazzi che sono attualmente fermi’’.
La situazione attuale ha colpito i gestori degli impianti sportivi che stanno nuovamente affrontando una nuova crisi economica dovuta alla chiusura delle loro attività, dopo quella avvenuta lo scorso marzo.
Il motivo è semplice: mantenere un impianto produce costi e, se non si possono accogliere gli utenti, non si riescono a generare utili.
“Gli impianti hanno dei costi di gestione e di manutenzione fissi a prescindere dall’utilizzo del pubblico” analizza Campani. “Si tratta di costi, sempre a carico del gestore, che vanno a incidere in maniera importante sui bilanci delle società, le quali sono impossibilitate a generare introiti. Basti pensare alle piscine, che presentano costi di gestioni ordinari molto alti. Più si resterà fermi e più questo inciderà sui bilanci. L’augurio di tutti è di poter riaprire il prima possibile”.
Come dichiarato recentemente dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, una data per una possibile riapertura graduale potrebbe arrivare a gennaio, ma molto dipenderà dall’evoluzione della curva dei contagi durante le festività natalizie.
Per cercare di affrontare questo momento, il Governo ha dato vita a ben quattro Decreti Ristori, fornendo risorse economiche alle figure in difficoltà. Le società che avevano già fatto richiesta di aiuto a giugno, hanno ricevuto gli aiuti in maniera automatica e raddoppiata. Chi non ne aveva fatto richiesta in precedenza, invece, ha avuto modo di presentare le nuove domande.
“I ristori del Governo sono già stati liquidati dal Ministero e sono già arrivati. Si tratta comunque di piccoli aiuti che servono ma che non sono sufficienti per il lungo periodo” rivela Campani. “L’elemento positivo, se così possiamo dire, di questa crisi è stato quello di costringere le istituzioni a mappare il mondo sportivo, sia come Asd/Ssd sia come lavoratori dello sport, che ha fatto emergere agli occhi di molti la dimensione volumetrica di questo comparto”.
A preoccupare le società sportive c’è anche la Riforma dello Sport, la cui entrata in vigore dovrebbe avvenire a metà del 2021.
La riforma in questione prevede 6 decreti: le misure in materia di ordinamento sportivo (unico decreto non ancora approvato); il rapporto di lavoro tra i tesserati, le associazioni e società sportive dilettantistiche e professionistiche; i rapporti di rappresentanza degli atleti e delle società sportive e di accesso ed esercizio della professione di agente sportivo; la normativa in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi; la semplificazione degli adempimenti relativi agli organismi sportivi e le misure in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali.
“Sicuramente, la tempistica della Riforma dello Sport non è delle migliori per molte società, considerato il periodo storico ed economico che si sta vivendo’’ commenta Campani “in quanto la normazione dei contratti sportivi andrà ad aumentare i costi a carico delle società, con quest’ultime che stanno avendo già grosse difficoltà economiche a causa della chiusura attuale. Va tuttavia riconosciuto al Governo un impegno senza precedenti nel tentativo di riordino del sistema e del riconoscimento del lavoro sportivo”.
Per le società e i gestori degli impianti sportivi non resta quindi che aspettare, in attesa di avere notizie più confortanti per il prossimo futuro.
“Al momento è difficile poter fare anticipazioni. Il nostro settore è già stato messo a dura prova sia in occasione del primo lockdown che in questo secondo. In estate e in autunno tutti infatti si erano adoperati e avevano preso le precauzioni indicate dal Governo per garantire la sicurezza dei propri iscritti, con grandi investimenti economici. La chiusura di ottobre ha generato grande sconforto. Speriamo che la situazione nel 2021 possa essere diversa’’.