Nell'anno più difficile tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene è Bologna la prima provincia per qualità della vita, secondo la 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, pubblicata oggi, che stavolta intende raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sulle varie aree del Paese. Bologna guadagna ben 13 posizioni e traina un po' tutte le province dell'Emilia-Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8°), Forlì-Cesena (14°), Modena (15°) e Reggio Emilia (17°). Seconda è Bolzano e terza Trento, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell'anno della pandemia, benché siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l'economia della montagna.
A parte queste due province, è soprattutto il Nord a uscire penalizzato dagli effetti su larga scala del virus. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano - vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 - che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).
La crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33°, in calo di 24 posizioni), Roma (32°, -14), Firenze (27°, -12) oppure Napoli (92ª, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di mare: peggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36°, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e Ragusa. In controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19°) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni.
A registrare "scatti di crescita", piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (4°, +3 posizioni), Udine (6°, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (9°, +11, regina della categoria Demografia e salute). Se il Nord scende, il Sud non scala la classifica ma resta al fondo con i problemi di sempre. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.
In particolare, Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106°): è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un'alta presenza di fuorisede.
Per quanto riguarda l'impatto della pandemia dall'indagine emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in più. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d'Italia.
Alcune aree hanno incrementato la spesa sociale per rispondere a bisogni come l'assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili. In base ai primi dati comunicati alla banca dati Siope, Bologna registra un aumento pro capite del 53,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ci sono, tuttavia, territori in cui, tra gennaio e giugno, la spesa sociale sembrerebbe calata molto rispetto allo stesso periodo 2019. Il dinamismo imprenditoriale, poi, caratterizza alcuni territori più inclini a cogliere le opportunità anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%) sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).
Nel Paese restano divari sul fronte dell'evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un'àncora di salvezza per tanti settori, diventando un asset sempre più importante per il futuro. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall'indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo è in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitanti, Monza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l'incidenza di imprese che fanno ecommerce sul totale.
Fonte: Ansa