I costi aggiuntivi per il rispetto delle norme anti-Covid non possono essere completamente scaricati sulle cooperative sociali che gestiscono servizi educativi per la fascia 0-6 anni. Tanto meno sulle famiglie. È quanto chiede da tempo Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna ed è quanto diverse Amministrazioni comunali in regione hanno recepito, rivedendo al rialzo le convenzioni con gli enti gestori così da assicurare la copertura delle spese necessarie per garantire la ripresa dei servizi in totale sicurezza.
Secondo una stima effettuata dalla Federazione regionale – che riunisce oltre 470 cooperative sociali con 25.000 addetti – l’aumento di questi costi, in base alle dimensioni del servizio, può arrivare fino a un +30% per posto bambino.
“Il rispetto delle norme anti-Covid richiede personale educativo, ausiliario e di coordinamento impegnato nelle specifiche attività previste. Ad esempio – spiega Confcooperative Federsolidarietà ER - occorre individuare il referente Covid-19, chi si occupa delle frequenti sanificazioni, della gestione della sezione bolla, eventualmente anche della gestione del triage nel caso fosse presente. A questo vanno aggiunti i costi per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale obbligatori per tutti (a partire dalle mascherine), dei prodotti e delle attrezzature per la sanificazione e i distanziamenti, e dell’eventuale intervento di ditte esterne specializzate nella pulizia nel caso dovesse essere necessario. Infine, anche la formazione degli operatori rappresenta un elemento in più che finisce per gravare sui gestori”.
Non va poi dimenticato il problema relativo al reperimento per le sostituzioni del personale (educatrici e insegnanti), sia in caso di un’eventuale rilevazione di casi positivi che porti allo stop delle attività, sia per la gestione delle sezioni ‘bolla’ che richiedono di ricorrere a personale non coinvolto in altre sezioni.
“Va detto – aggiunge la Federazione delle cooperative sociali di Confcooperative Emilia Romagna – che la Regione ha messo a disposizione di tutti gli operatori dei servizi educativi e della scuola la possibilità di effettuare test sierologici e tamponi. La nostra richiesta è quindi che questo Piano di sorveglianza da parte delle Asl competenti venga reiterato per l’intero anno scolastico ed educativo e non sia a carico del gestore”.
“Le cooperative sociali nei difficilissimi mesi del lockdown hanno messo in campo tutta la loro capacità innovativa e la passione per l’educazione e formazione dei bambini, cercando di rimanere sempre in contatto con loro – conclude Confcooperative Federsolidarietà ER -. Da mesi sono impegnate per rendere possibile un ritorno nelle aule che infonda sicurezza e tranquillità alle famiglie. Siamo soddisfatti che dopo mesi di confronto sia con la Regione che con gli Enti locali, molte nostre istanze siano state recepite e già in diversi territori, a partire da Piacenza e Ravenna, le nuove convenzioni prevedano la copertura dei costi aggiuntivi sostenuti. Ci auguriamo che questo confronto positivo possa venire allargato anche altrove per poter garantire un servizio di qualità e in massima sicurezza ai bambini e alle famiglie”.