In occasione del recente evento “Le città per l’economia sociale. Per un futuro giusto e sostenibile”, promosso da Città Metropolitana di Bologna e Comune di Bologna con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Paolo Venturi (direttore AICCON) ha avuto occasione di focalizzare alcuni elementi essenziali per definire cosa si intenda quando si parla di Economia Sociale.
Prendiamo spunto proprio da questa riflessione per un breve approfondimento su questo tema così caratterizzante per il nuovo mandato presidenziale di Francesco Milza alla guida di Confcooperative Emilia Romagna, come emerso dall’Assemblea Regionale dell’8 aprile scorso.
L’Economia Sociale è costituita dall’insieme di quelle organizzazioni il cui principio fondativo non risiede nella massimizzazione del profitto, ma nel principio di reciprocità, e sono per questo capaci di produrre beni e servizi che, né l’economia for profit né l’economia pubblica, sarebbero in grado o avrebbero interesse a produrre. Secondo tale prospettiva di discorso, l'economia sociale verrebbe allora a corrispondere al terzo settore*.
Essa si caratterizza innanzitutto per una visione dell’economia che va oltre quella estrattiva, ossia quell’attività finalizzata esclusivamente ad estrarre valore dai territori riservandolo a pochi senza alcun interesse alla redistribuzione.
Secondo la definizione della Commissione Europea, l’Economia Sociale può essere considerata come l’insieme di cinque categorie di organizzazioni: associazioni, cooperative (sociali E NON), imprese sociali, società di mutuo soccorso e fondazioni.
Il Piano d'Azione per l'Economia Sociale dell’Unione Europea non è quindi solo una politica che riconosce la rilevanza dei suoi soggetti ma incarna un concetto diverso di competizione economica, ancorandolo alla cooperazione e alla coesione.
Venturi nel suo intervento ricorda quanto sia importante per applicare questo processo attivarsi per ottenere un cambiamento senza compromessi: “La nostra epoca richiede azioni radicali. Dobbiamo andare oltre la diagnosi e agire con una terapia che vada a rigenerare i meccanismi di creazione del valore. La promozione dell’Economia Sociale è indispensabile per uscire dal riduzionismo generato dalla dicotomia "Stato-Mercato" e per valorizzare il ruolo della comunità al centro dello sviluppo sostenibile. L’economia sociale è il riflesso di un paradigma civile, un paradigma tripolare: Stato-Mercato-Comunità”.
L’Emilia-Romagna si pone sicuramente tra le regioni più attive in questo contesto: secondo dati recenti di Unioncamere Emilia-Romagna, l'insieme delle imprese e organizzazioni che formano l'arcipelago dell'Economia Sociale in regione (cooperative, associazioni, Enti del Terzo settore, società benefit) rappresenta l'8,5% delle imprese, incide per quasi il 15% sul totale degli addetti e per il 7% sul valore aggiunto. La cooperazione rappresenta a sua volta il 70% del valore aggiunto dell'economia sociale regionale.
Non è quindi un caso che AICCON abbia realizzato proprio in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna l’Atlante sull’economia sociale, strumento capace di raccogliere al suo interno tutti i principali dati disponibili sul tema, attraverso sei database statistici differenti (Registro delle imprese della Camera di Commercio, registro delle istituzioni non profit dell’ISTAT, RUNTS del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’albo delle cooperative del Ministero delle imprese e del made in Italy, AIDA di Bureau van Dijk e sezione occupazione dell’INPS).
Tale Atlante è nato per facilitare la ricomposizione degli ecosistemi locali dell’Economia Sociale, semplificare la realizzazione di analisi comparate con altre dinamiche socioeconomiche, stimolare l’acquisizione di una vera e propria nuova cultura del dato che interroghi sia le singole organizzazioni, sia le differenti realtà di rappresentanza e attraverso questa promuovere percorsi di ricerca che portino l’atlante ad essere più di un semplice repository di dati.
L'Economia Sociale non nasce infatti solo per riparare a danni di lungo corso, ma per trasformare contesti, politiche ed economie, affrontando le grandi transizioni e sfide dei nostri tempi (ambientali, sociali, digitali e democratiche), in questo principio risiede la sua origine trasformativa.
Confcooperative Emilia Romagna si presenta come uno dei più importanti promotori di progetti di innovazione trasformativa, come dimostrato dalla recente conclusione del progetto biennale sostenuto dalla Regione e promosso con AICCON e Social Seed che ha presentato le promettenti esperienze portate avanti nei territori di Piacenza, Ferrara e Terre d’Emilia all’interno dell’evento “Innovazione trasformativa e sfide territoriali”, e ha inoltre messo il tema al centro dell’ultima assemblea regionale.
A testimonianza del crescente interesse e dell’aumento dell’importanza dell’Economia Sociale, è importante ricordare anche il convegno nazionale di Alleanza Cooperative Italiane, tenutosi lo scorso 24 giugno a Roma, in cui è stato invocato l'Action Plan per l'Economia Sociale da parte del Governo.
Dopo tutto, come ha sottolineato Venturi (nella foto in gallery): “Abbiamo bisogno di un piano nazionale che sia missionario e non solo settoriale ma con pianificazioni intersezionali, oltre che di un forte attivismo a livello cittadino, per promuovere l'Economia Sociale come forza trasformativa capace di risolvere i compromessi. È essenziale promuovere una visione che integri tutti i settori, ridisegnandoli con una logica inclusiva, partendo da dove si generano disuguaglianze maggiori. Le transizioni non sono neutrali”.
*Questa definizione di Economia Sociale è tratta dal Dizionario di Economia Civile e reperibile nell’utile glossario sul tema predisposto da AICCON e scaricabile qui.
L’intervento di Paolo Venturi (Direttore AICCON)