“Le prospettive di nuove concessioni per estrarre gas metano dalla piattaforma continentale e gli impatti che questo potrebbe avere sui territori e sui sistemi economici come quello ittico, preoccupano la pesca e l’acquacoltura italiana. Occorre quindi un coordinamento da parte del governo che coinvolga la categoria affinché possa essere definito un approccio in grado di bilanciare ogni intervento, anche di tipo compensativo”. Così l’Alleanza Cooperative Pesca circa il dibattito in corso in questi giorni a seguito delle iniziative del Governo per risolvere il problema della dipendenza energetica dell'Italia da fonti esterne. Un settore quello ittico che sta soffrendo particolarmente gli aumenti dei costi energetici.
“Occorre trovare soluzioni al caro energia, sia per ciò che attiene all'elettricità, il cui costo sta mettendo in ginocchio molte nostre attività di conservazione, prima lavorazione e trattamento dei prodotti come la depurazione dei molluschi bivalvi, i mercati ittici e la gestione dei capannoni delle imprese, ma anche per il gasolio che sta strozzando le attività di pesca molte delle quali hanno ridotto se non addirittura sospeso il proprio lavoro”, afferma l’Alleanza.
Secondo la cooperazione la ricerca di soluzioni in campo di fonti alternative o rinnovabili (dall'eolico, al fotovoltaico, all'estrazione di gas e metano) non può prescindere dal coinvolgere le categorie economiche direttamente interessate, come la pesca, perché “il rischio altrimenti sarebbe quello di vederci penalizzati due volte. Ora con il prezzo pagato per energia e carburante, poi con le possibili ricadute di scelte energetiche che potrebbero penalizzare nuovamente il comparto”. E proprio sulla pianificazione dello spazio marittimo l’Alleanza delle Cooperative Pesca ha partecipato alla consultazione indetta dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS).
Foto il Sole 24 Ore / piattaforma ENI al largo di Ravenna