Pubblichiamo di seguito il testo completo promosso dalle cooperative sociali emiliano-romagnole che operano nei servizi per la Salute Mentale. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre, una versione più breve di questo testo è stata pubblicata su alcuni quotidiani locali con la firma delle centrali cooperative sociali regionali Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci-Solidarietà.
La cooperazione sociale C’È
Dalla chiusura dei manicomi ad oggi la cooperazione sociale ha dato risposte ai bisogni di salute mentale della popolazione in integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale attraverso la realizzazione di Progetti terapeutici individualizzati e flessibili. La cooperazione si è attivata nella comunità contribuendo a sviluppare opportunità residenziali, domiciliari, abitative, lavorative e di inclusione con l’apporto di personale qualificato, investendo in strutture e in cooperative di inserimento lavorativo per lo sviluppo di opportunità riabilitative volte a far accrescere una salute mentale di comunità.
Le cooperative sociali che si occupano di salute mentale nascono per rispondere al bisogno di dare attuazione alla legge 180/78 meglio conosciuta come Legge Basaglia. Sono state parte attiva di quel percorso che ha portato alla chiusura degli ospedali psichiatrici facendo propri i valori e i principi di quella legge.
Con il mutamento e la trasformazione dei bisogni, le cooperative sociali hanno avuto la capacità di adattarsi garantendo elasticità e dinamicità nelle risposte alle differenziate e complesse necessità delle persone.
Oggi le cooperative sociali gestiscono la maggioranza delle residenze sanitarie e socio sanitarie in Emilia-Romagna, ma non esauriscono in questo la propria funzione. Si fanno carico di interventi di socializzazione e a domicilio attraverso la metodologia del budget di salute. Attraverso la cooperazione di tipo B inseriscono le persone nel mondo del lavoro. Attuano questi interventi con flessibilità organizzativa e metodologica, coinvolgendo la rete dei servizi territoriali, ricercando collaborazioni con le infrastrutture del territorio per dare attuazione ad una psichiatria di comunità e ad una reale integrazione delle persone, promuovendone i diritti di cittadinanza e la contrattualità sociale
Svolgono le attività descritte attraverso operatori (OSS, educatori, infermieri, psicologi e psichiatri) che sono impegnati in questo prezioso lavoro di affiancamento a persone con disagio psichico anche grave, con obiettivi di autonomie e di acquisizione di ruoli validi nel contesto sociale.
Dal rapporto del 2018 sulla cooperazione sociale di Unioncamere Emilia-Romagna e l’Assessorato al Welfare e Politiche abitative della Regione, emerge che nelle strutture e residenze sanitarie intervengono 48 cooperative che hanno in carico 1.600 ospiti mentre 19 cooperative seguono 1.200 persone inserite nei centri diurni socio-sanitari e di riabilitazione. A questi numeri vanno aggiunti quelli del più attuale budget di salute in cui le cooperative, in ambito di socializzazione e domiciliarità, hanno in carico oltre 1.000 persone.