CONSUMO E UTENZA, SAVINI RESTA PRESIDENTE NAZIONALE

CONSUMO E UTENZA, SAVINI RESTA PRESIDENTE NAZIONALE

Dopo il rinnovo alla guida della Federazione regionale, per il vicepresidente della Cofra di Faenza arriva l’elezione anche per il secondo mandato per la Federazione nazionale.

venerdì 13 maggio 2022

Roberto Savini (nella foto principale) è stato riconfermato alla presidenza di Confcooperative Consumo e Utenza nel corso dell’assemblea della federazione nazionale tenutasi ieri a Roma presso il Palazzo della Cooperazione alla presenza del presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini

Cinquantaquattro anni, vicepresidente di Cofra (cooperativa di consumatori con sede a Faenza) nonché di recente rieletto anche alla presidenza regionale di Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna, Savini guiderà per un altro mandato quadriennale la Federazione che associa 512 cooperative, il 66% iscritte nel consumo, il 13% elettrico, il 10% utenza e il resto (circa 11%) nel dettaglio. La longevità rappresenta uno degli elementi distintivi della federazione. Il 25% delle cooperative ha superato i 100 anni di vita. 

“La cooperazione rappresenta i chiodi nella parete verticale, un punto fermo nella tempesta perfetta di questi tempi. L’incertezza generata dagli eventi degli ultimi tempi dimostra come la cooperazione sia indispensabile alla tenuta delle comunità, all’occupazione, alla liberazione dei bisogni”, ha dichiarato il presidente Savini nel sottolineare il ruolo strategico svolto dalle cooperative, offrendo servizi essenziali per i cittadini, durante la pandemia prima e ora con il caro energia generato del conflitto in Ucraina. 

E in questa direzione sono andanti gli stimoli alle istituzioni, nelle richieste rivolte alla politica dal presidente Savini.  Dare regole alle piattaforme e-commerce affinché le imprese che creano lavoro di qualità e valorizzano il made in Italy possano competere su un equo terreno di concorrenza fiscale. Sostegno alle imprese di consumo e distribuzione commerciale per l’acquisto di macchinari ad alta efficienza energetica così da ridurre l’impatto ambientale e il contenimento dei costi per i consumatori. Dare vita ad una Consulta permanente pubblico-privato delle imprese della distribuzione organizzata. E sul fronte dell’energia, occhi puntati sul decreto Sostegni ter all’esame del Parlamento per evitare che vengano tassate retroattivamente, dal 2010 a oggi le cooperative elettriche storiche e le comunità energetiche che da imprese no profit non hanno cavalcato l’onda dei rincari della bolletta energetica, non hanno realizzato profitti, ma, anzi, hanno svolto una preziosa funzione di contenimento dei costi dell’energia agli utenti soci. La norma se non corretta tasserebbe quindi non gli extra profitti, ma per assurdo le riduzioni di prezzo che hanno un grande valore sociale e di difesa delle comunità. “Le cooperative elettriche sono il miglior antidoto e la migliore difesa per le nostre comunità e le nostre imprese, dai rischi di shock esterni di mercato dovuti alle fluttuazioni improvvise ed incontrollate dei prezzi delle materie prime energetiche”, conclude Savini. 

  

I NUMERI DI CONFCOOPERATIVE CONSUMO E UTENZA

Confcooperative Consumo e Utenza associa 512 cooperative: il 66% sono iscritte nel consumo, il 13% nell’elettrico il 10% in utenza e il resto (circa 11%) nel dettaglio. La longevità rappresenta uno degli elementi distintivi della federazione. Il 25% delle cooperative hanno superato i 100 anni di vita. L’89,2% degli occupati nelle cooperative aderenti attive del settore è dipendente a tempo indeterminato, le donne rappresentano il 55%. Il fatturato aggregato prodotto dal sistema delle imprese rappresentate dalla Federazione è di quasi 4,5 miliardi di euro; escludendo la rete di vendita, è riconducibile, per il 61,4%, alle cooperative tra dettaglianti. La patrimonializzazione aggregata prodotta dal sistema nel suo complesso, oltre 1 miliardo di euro, vede un significativo contributo delle cooperative elettriche a cui fa riferimento il 37,3% del totale. Tra le aderenti prevale la micro dimensione aziendale (solo l’1,6% è classificabile come Grande Impresa). Il 6,23% rientra nella media impresa, il 23% nella piccola impresa. Il 32% delle cooperative ha sede nelle aree classificate “interne”. Nel complesso infatti solo il 13% delle aderenti ha sede legale nelle città metropolitane. 

 

Nelle foto in gallery, alcuni momenti dell’assemblea nazionale di Confcooperative Consumo e Utenza e la foto di gruppo del nuovo consiglio nazionale di Federazione.