CULTURA, LE COOPERATIVE SIANO CO-PROTAGONISTE

CULTURA, LE COOPERATIVE SIANO CO-PROTAGONISTE

Ecco cosa si è detto al convegno online promosso da Confcooperative Cultura Turismo Sport ER su Art Bonus, Bando Borghi e Bando Rigenerazione urbana. Conclusioni dell’assessore Felicori.

lunedì 31 gennaio 2022

“Guardo alla cooperazione culturale con grandissime speranze”. Così l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, si è espresso nel suo intervento a conclusione del convegno online organizzato da Confcooperative Cultura Turismo Sport ER tenutosi venerdì scorso per fare il punto sugli strumenti legislativi a disposizione del settore (come l’Art Bonus) e sulle possibilità aperte da Bando Borghi e Bando Rigenerazione Urbana.

“I borghi – ha puntualizzato Felicori – rappresentano una grande sfida, ma richiedono una progettazione globale e la cooperazione fa bene a investire in questo ambito, anche per le possibilità di collaborazione intersettoriale che si possono aprire”. Secondo Felicori, “il settore dei beni culturali richiede maggiore impegno e coraggio da parte di tutti, perché Enti locali e Regioni non devono essere subalterni allo Stato ed evitare tendenze centraliste, e la cooperazione non deve accettare di essere ridotta a un ruolo di mero erogatore di servizi senza mai venire coinvolta nelle funzioni più alte delle istituzioni culturali. Dove sta scritto che una cooperativa non possa gestire un intero museo e debba dedicarsi solamente al servizio di portineria o pulizie? E lo stesso può valere per una biblioteca”. A tal proposito, l’assessore ha citato il caso della cooperativa piacentina CoolTour, la cui presidente Jessica Lavelli è intervenuta nel corso del convegno per raccontare l’esperienza di gestione di alcuni musei della Diocesi di Piacenza-Bobbio.

 

“Le nostre imprese devono diventare co-protagoniste di una nuova epoca di sviluppo e progettazione, questi nuovi strumenti possono essere utili per avviare collaborazioni – ha puntualizzato Chiara Laghi, presidente Confcooperative Cultura Turismo Sport ER -. Vogliamo rivolgerci a Fondazioni bancarie, Amministrazioni comunali, Diocesi, cooperative di altri settori e di dimensioni medio-grandi, per proporre di riattivare percorsi di sussidiarietà e mutualità che possono fornire risposte ai bisogni di rilancio socio-culturale di alcuni territori, a partire proprio dai borghi”.

 

Nel suo intervento introduttivo, il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza ha sottolineato come le cooperative emiliano-romagnole vogliano collaborare alla predisposizione e all'attuazione dei progetti del Pnrr. "La cooperazione ha tanto da dare in termini di progettualità" ha detto Milza, precisando come “il 36% dei progetti del Pnrr saranno erogati dagli enti locali e la cooperazione può essere un partner progettuale. Ma va fatto con una visione a 360 gradi, non pensando di poter entrare singolarmente in progetti così complessi". "Le cooperative rispetto ai temi dello sviluppo vogliono ragionare non tanto in termini ragionieristici, non solo di numeri. I progetti nascono da un bisogno e devono rispondere a un beneficio collettivo diffuso".

 

Il convegno è poi proseguito con gli interventi degli ospiti, tutti manager e funzionari del mondo della cultura. In particolare Carolina Botti (direttrice di Ales spa, società del Ministero della Cultura) ha illustrato le opportunità offerte dall’Art Bonus nell’ottica di sviluppare una cultura del dono a sostegno della cultura. Si tratta di uno strumento legislativo introdotto nel 2015 che consente un beneficio fiscale del 65% a cittadini, imprese, fondazioni e altri soggetti che decidono di sostenere progetti culturali. Si differenzia dalla mera sponsorizzazione in quanto non prevede una equivalente contropartita in termini di spazi e visibilità, rappresentando quindi uno strumento differente che ha dimostrato buon apprezzamento in Emilia-Romagna, seconda regione con più progetti e fondi raccolti tramite l’Art Bonus dopo la Lombardia.

 

È toccato poi a Luciano Gallo di ANCI Emilia-Romagna scendere nel dettaglio del Bando Borghi Linea B (in scadenza al 15 marzo), con l’illustrazione di un percorso che nasce dal Decreto Semplificazioni del 2020 e vincola i rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese su principi di leale collaborazione e buona fede reciproca, senza alcune subalternità. “Questo bando – ha detto Gallo – apre una nuova dimensione sul tema della valorizzazione, ne sono destinatari i Comuni chiamati ad avviare progettualità insieme ad altri partner, in cui la cultura diviene una leva per lo sviluppo economico”.

 

Sempre del Bando Borghi, ma della Linea A, ha poi parlato Cristina Ambrosini, dirigente del Servizio patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, chiamata ad illustrare un’iniziativa che si chiude proprio oggi (lunedì 31 gennaio) e che prevede la possibilità di un finanziamento da ben 20 milioni di euro per un singolo progetto per ogni regione dedicato alla valorizzazione e al recupero sociale, culturale ed economico di un borgo.

 

Il Bando Rigenerazione Urbana, già chiuso e i cui esiti sono attesi entro il mese di febbraio, è stato infine spiegato da Marcello Capucci, dirigente Politiche abitative della Regione, che è partito dalla legge regionale 2017 sul governo del territorio. “Occorre alzare il livello medio della capacità progettuale dei nostri territori – ha scandito Capucci – l’appalto non deve più essere l’obiettivo, ma al servizio dell’obiettivo che in questo caso è la rigenerazione urbana e in generale la ri-funzionalizzazione di spazi in disuso o abbandonati. Non servono progetti-spot finalizzati al solo accaparramento del bando, vanno sviluppate progettualità più ampie e condivise, che prevedano il coinvolgimento di più soggetti”.