CONFCOOPERATIVE PRESENTA IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ

CONFCOOPERATIVE PRESENTA IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ

Illustrato dal prof. Frey alla Giornata della Sostenibilità Cooperativa. Imprese attente alla dimensione sociale, sul green chiedono di essere accompagnate.

mercoledì 3 novembre 2021

Per le cooperative la sostenibilità è prima di tutto sociale. La transizione ecologica? Una strada obbligata ma deve generare opportunità e non solo maggiori costi. È il quadro di sintesi che emerge dal Bilancio di Sostenibilità di Confcooperative elaborato dal professor Marco Frey - docente di Economia e gestione delle imprese e direttore del gruppo di ricerca sulla sostenibilità (SuM) della Scuola Sant'Anna di Pisa - e presentato nel corso della Prima Giornata della Sostenibilità organizzata da Confcooperative e tenutasi nella mattinata odierna al Palazzo della Cooperazione di Roma, alla presenza dei comici Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu.

 

“Le imprese associate a Confcooperative – sottolinea il professor Frey - pur avendo un forte orientamento alla responsabilità sociale, hanno intrapreso un percorso nella ricerca della sostenibilità che si trova per molte di esse ancora in una fase preliminare. Le cooperative più orientate alle opportunità della trasformazione nella prospettiva del green deal corrispondono a un terzo del totale, in linea con il dato medio nazionale riferito all’intero sistema imprenditoriale”. 

 

Il tema della consapevolezza emerge con chiarezza dall’indagine, infatti poco più di un terzo dei rispondenti conosce l’Agenda 2030. È molto diffusa, inoltre, una forte convinzione che le sfide della sostenibilità, a partire dal cambiamento climatico, siano molto rilevanti e che le cooperative dovrebbero ampliare di molto le proprie competenze sugli impatti e sulle necessità di adattamento ai cambiamenti in atto. 

 

Nell’economia circolare quasi i due terzi delle imprese sono molto impegnate nella fase più classica del ciclo di vita, quella conclusiva della raccolta e del riciclo; mentre minore è l’impegno nelle altre fasi del ciclo di vita, cruciali per un approccio strategico alla circolarità. Sull’energia vi è ampio spazio per valorizzare ciò che Confcooperative già mette a disposizione o sta implementando (come le Comunità energetiche) per le imprese. Un quadro analogo emerge nel campo della mobilità, altra transizione fondamentale nella prospettiva della sostenibilità. 

 

“Per gestire meglio le sfide della transizione ecologica – sottolinea Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – è necessario attrezzarsi, sia in termini di pianificazione, sia in termini organizzativi. Ad oggi solo una parte delle cooperative è pronta per gestire strategicamente la sostenibilità”. 

 

Le persone, nella prospettiva sociale della sostenibilità, risultano centrali per le imprese cooperative. Vi è una grande e diffusa attenzione nei confronti della conciliazione, dell’inclusione, delle pari opportunità, della stabilità occupazionale (con oltre il 68% degli occupati con un contratto a tempo indeterminato), occorre fare ancora di più sul welfare aziendale. Così anche la valorizzazione di genere e generazionale è un tema considerato centrale, ma nel cui ambito un numero relativamente limitato di cooperative ha messo in campo un approccio strutturato. 

 

Occorre proseguire in questo processo per valorizzare le cooperatrici (61% del totale degli occupati del sistema) e i lavoratori internazionali (il 10,2% di provenienza exytra-UE); nonché potenziare il ruolo delle donne (23%) e dei giovani (12,4% degli under40) che già oggi guidano le cooperative”. 

 

L’impegno ancora circoscritto sulle diverse dimensioni della sostenibilità, si riflette anche sull’evidenziazione delle ricadute competitive degli investimenti in tale ambito. Solo chi ha sviluppato un approccio avanzato ha raccolto dei frutti significativi in termiti di competitività, soprattutto nel mercato interno, di efficienza e di miglioramento della qualità del lavoro.  

 

“La possibilità di valorizzare in termini di posizionamento e di risultati economici l’impegno nei confronti della sostenibilità del sistema cooperativo e delle singole imprese – aggiunge Gardini – è una componente importante della sfida che Confcooperative ha deciso di intraprendere. Gli oltre 3,1 milioni di soci e i più di 527.000 dipendenti del nostro sistema costituiscono una forza importante per il processo di rigenerazione e resilienza della nostra economia. Anche a livello settoriale si deve sottolineare la grande potenzialità del contributo verso un nuovo modello di sviluppo del sistema cooperativo. L’importante presenza nel comparto agroalimentare, capace di generare un fatturato superiore ai 28 miliardi di euro e di un export rilevante, può costituire una piattaforma chiave per la transizione alimentare del nostro Paese; così come la grande presenza di Confcooperative nell’energia e nelle reti (58% delle cooperative in questi comparti appartengono a Confcooperative); o ancora il ruolo chiave nel sistema socio-sanitario”. 

 

“Il percorso verso la sostenibilità – conclude il presidente di Confcooperative – è un processo necessario e pienamente in atto che richiede un’accelerazione per valorizzare ancora di più l’importanza e il contributo della cooperazione e dei cooperatori”.

 

Nella foto, il prof. Frey con i comici Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu mentre illustra il Bilancio di Sostenibilità di Confcooperative nel corso della Giornata della Sostenibilità tenutasi al Palazzo della Cooperazione di Roma il 3 novembre.