SUPERBONUS, SERVE PROROGA PER COOP A PROPRIETÀ INDIVISA

SUPERBONUS, SERVE PROROGA PER COOP A PROPRIETÀ INDIVISA

La richiesta delle federazioni regionali delle cooperative di abitazione: estensione benefici del 110% fino al 2023. In Emilia-Romagna oltre 7.000 alloggi interessati.

martedì 1 giugno 2021

Il Fondo complementare al PNRR (Decreto-legge 6 maggio 2021, n.59) ha già riconosciuto agli ex-IACP la possibilità di usufruire dei benefici del Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2023: nell’iter di conversione in legge del decreto questa proroga va estesa anche alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa, ovvero quelle i cui alloggi vengono affidati in affitto a persone e famiglie economicamente più deboli.

“In Emilia-Romagna – ricordano Barbara Lepri responsabile regionale di Legacoop Abitanti, Luca Bracci, presidente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna, Massimo Mota, presidente regionale Agci – sono 10 le cooperative a proprietà indivisa e 7.000 gli alloggi affittati. L’accesso al Superbonus 110% e il suo prolungamento al 31 dicembre 2023 come per gli Iacp consentirebbe un’ampia riqualificazione del patrimonio abitativo, con vantaggi per gli abitanti, l’ambiente e, non ultimo, per la filiera delle costruzioni”.

Ad avanzare con forza la richiesta al Governo sono stati nei giorni scorsi Rossana Zaccaria e Antonio Lucidi, Copresidenti dell’Alleanza delle Cooperative di Abitanti.

 

“Le cooperative di abitazione a proprietà indivisa – hanno ricordato Zaccaria e Lucidi – non si limitano a soddisfare il bisogno primario della casa per le categorie economicamente più deboli e svantaggiate; attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mantengono in efficienza il patrimonio immobiliare e realizzano interventi di riqualificazione, anche energetica, di interi edifici spesso collocati nelle periferie di molte città, con un alto potenziale di impatto ambientale ed urbano”.

Eppure, nonostante la crescente attenzione riservata agli interventi di trasformazione e rigenerazione urbana, le cooperative di abitazione a proprietà indivisa subiscono un’oggettiva penalizzazione rispetto a soggetti, come gli ex-IACP, con i quali esiste una forte analogia, sancita anche da provvedimenti come il decreto Sblocca Italia del 2014, che riconosceva sia ad essi che alle cooperative a proprietà indivisa gli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.

In questa direzione andava anche l’Ordine del Giorno sul Decreto Sostegni, approvato il 5 maggio a firma Mirabelli, Collina, Alfieri, Misiani, che impegna il Governo nel prossimo provvedimento utile ad applicare per l’utilizzo del Superbonus per le cooperative a proprietà indivisa le stesse tempistiche previste per gli ex-IACP.

“Risulta incomprensibile - affermano Zaccaria e Lucidi - che nel Fondo complementare al PNRR non sia stata riconosciuta alle cooperative a proprietà indivisa, così come è invece previsto per gli ex-IACP, la proroga dei benefici del Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2023, quando vi sia uno stato di avanzamento lavori superiore al 60% alla data del 30 giugno dello stesso anno”.

Una proroga tanto più indispensabile se si considera che la cooperazione di abitanti si muove sulla dimensione dei caseggiati e dei quartieri. Le cooperative hanno già programmato la riqualificazione di circa 3.000 alloggi abitati dai soci, con un costo stimato di 150 milioni di euro, che richiede una progettazione attenta e un’esecuzione rispettosa con tempi più lunghi rispetto agli edifici non abitati. Tra l’altro, per accedere alla richiesta dei benefici sono previste indagini preliminari, che costituiscono un requisito di partenza sostanziale per avviare il processo: interventi così complessi richiedono quindi un tempo congruo per essere completati, sicuramente ben oltre la data del 30 giugno 2022 attualmente prevista.

 

La richiesta urgente – sottolineano Lepri, Bracci, Mota – è quindi quella di estendere la proroga del Superbonus fino al 31 dicembre 2023 alle cooperative a proprietà indivisa nella conversione in legge del DL Fondo Complementare. Da considerare che la copertura di tale richiesta, come per tutte le altre categorie di beneficiari, va evidentemente calcolata solo per la proroga e che comunque la misura implica un introito fiscale rilevante per lo Stato”.